Riproponiamo la lectio che il filosofo Vito Mancuso tenne durante la Gran Loggia 2018 “Liberi di conoscere”.
Una riflessione sul tema de “La costruzione del tempio interiore”. Un tema affascinante, ripercoso attraverso prospettive diverse.
Mancuso esordisce spiegando il senso antropologico del tempio e sottolineando come questa icona della spiritualità e della divinità costituisca una presenza – anche se costantemente discussa e controversa- universale nella storia dell’umanità che si accompagna alla necessità dell’uomo di fare di se stesso un tempio, un luogo appartato, lontano dalla via principale.
Quel che è certo, sostiene Mancuso “è che in ciascun essere umano esiste una dimensione divina”. “C’è un cuore dentro un cuore” , che è “il pensiero che precede le parole”.
Ma qual è il nostro rapporto con tutta questa “ricchezza, complessità, inquietudine” che abbiamo dentro? C’è chi, osserva il teologo, realizza una perfetta continuità tra il tempio interiore e quello esteriore, una continuità acritica, replicando dentro di sè il modello di spiritualità o religione che gli viene trasmesso tra le colonne del tempio esteriore, se è buddista il tempio buddista, se è cattolico la chiesa, se ebreo la sinagoga, e così via se musulmano, indù e anche massone.
C’ è invece chi invece critica e supera in senso hegeliano, e cioè conservando e non negando, ciò che impara nel tempio esteriore. E infine chi è convinto che solo attravero la negazione del tempio esteriore, si possa realizzare quello in maniera pura quello interiore.
Sono tre diversi atteggiamenti, tre strade. Quale percorrere? Quale è a migliore? “E’ certamente la seconda”, è la risposta che dà il teologo. “Chi vuole costruire il proprio tempio interiore non deve rinunciare alla propria libertà, al proprio spirito critico” ma non deve neppure rifiurare la realtà, scollegarsi da essa, cadendo nella trappola del soggettivismo più assoluto e della negazione
Vito Mancuso ha insegnato Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011; dal 2013 al 2014 è stato docente di “Storia delle dottrine Teologiche” presso l’Università degli Studi di Padova, mentre dal 2009 collabora con il quotidiano “La Repubblica”. I suoi scritti hanno suscitato notevole attenzione da parte del pubblico, in particolare “L’anima e il suo destino” (Raffaello Cortina, 2007),”Io e Dio Una guida dei perplessi” (Garzanti, 2011), “Il principio passione La forza che ci spinge ad amare” (Garzanti 2013), “Dio e il suo destino” (Garzanti 2015), quattro bestseller da oltre centomila copie con traduzioni in altre lingue e una poderosa rassegna stampa, radiofonica e televisiva. Il suo pensiero è oggetto di discussioni e polemiche per le posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche, sia in campo etico sia in campo strettamente dogmatico. Tra i suoi besteseller recenti è “Il bisogno di pensare” (Garzanti Editore, ottobre 2017), La via della bellezza Garzanti Editore, 2018, La forza di Essere Migliori Garzanti Editore, 2019.
Le parole pronunciate dal professor Mancuso hanno, secondo me, toccato corde molto profonde nell’interiorità di chi le ha ascoltate ed io ringrazio la Gran Loggia ( e tutti coloro che hanno partecipato alla sua riuscita ) per avermi dato l’opportunità di ascoltarle anche via web.
Conferenza del prof. Mancuso molto profondo ed esaustiva su tema . ricca di spunti e considerazioni . Da ascoltare e riascoltare per cogliere aspetti sempre diversi e costitutivi di ulteriori percorsi. Complimenti al GOI.
La lezione magistrale del prof. Mancuso, con cui mi sono complimentato proprio con queste parole, è mia intenzione proporla in una tornata di lavoro di Loggia perchè ritengo debba essere oggetto di riflessioni approfondite fra tutti i Fratelli per l’insegnamento esoterico che ne scaturisce.
Molto onore al GM per avere invitato l’Ospite ai Lavori della Gran Loggia, augurandomi che l’invito si ripeta il prossimo anno