“I 150 anni di Carnevale. Tra favola e realtá”. Il 17 febbraio a Viareggio, nella sala Viani di Palazzo delle Muse, il Grande Oriente d’Italia ha rievocato con un convegno al quale hanno preso parte il Gran Maestro Stefano Bisi, Antonio Dalle Mura e Vittorio Bolli, la figura di Roberto Mei, scomparso il 7 gennaio 2005 ma ancora fortemente presente nella memoria e nel cuore dei suoi concittadini. Un libero muratore, appartenente alla loggia Felice Orsini, convinto fautore di armonia e concordia, un socialista, un uomo del dialogo stimato da tutti sia per le sue qualitá iniziatiche che come attento e scrupoloso amministratore e organizzatore, intelligente e capace, dotato di un grande senso delle istituzioni e di una straordinaria riservatezza, che lo ha sempre tenuto lontano dai riflettori. Una vita la sua al servizio della cittá e della storica kermesse, di fu colonna portante per mezzo secolo, prima come distaccato del Comune al Comitato Carnevale, poi come segretario della Fondazione Carnevale: cinquanta anni di intensa e appassionata attività nel corso dei quali è sempre riuscito a rimanere saldamente sulla cresta dell’onda. Come è stato sottolineato dai relatori nel corso dell’incontro, Mei era un sostenitore convinto dell’importanza di unire le varie culture e tradizioni del Carnevale, come simbolo di pace e solidarietá tra i popoli. E si adoperó con tutte le sue energie per dare alla manifestazione una solidità sempre costantemente minacciata dalla carenza di fondi e dalle insicurezze politiche. Affiancó presidenti quali Alberto Sargentini, Sergio Batori, Federico Gemignani, Adolfo Giusti, Nestore Cinquini, Renato Baldi, Elio Tofanelli, e fu il motore della straordinaria trasformazione da festa provinciale a evento di fama mondiale che il Carnevale di Viareggio subí nel dopoguerra, accreditandosi anche come luogo e momento di avanguardia artistica, di satira pungente, di sperimentazione di nuovi linguaggi attraverso carri spettacolari.