“La democrazia, come attualmente la conosciamo, è basata su un malinteso relativo alle realtà della natura umana e dell’organizzazione sociale. Fino a quando le nebbie non si saranno alzate dalla nostra filosofia sociale e politica non potremo essere certi che la democrazia si muova nella direzione della libertà umana e dell’autonomia personale”. (Elton Mayo).
In “Democrazia e libertà”, scritto nel 1919 (in Italia pubblicato da Donzelli) con ancora ben viva la memoria delle esperienze politiche e sociali che condussero alla Grande Guerra, Mayo, autentico pioniere della sociologia industriale e grande teorico delle relazioni aziendali nell’America tra le due guerre, getta le basi per così dire filosofiche delle sue opere più famose.
E se già appare matura la vocazione “organicistica” che finirà col prevalere nella sua interpretazione, qui Mayo è interessato a valutare i rischi che corre un paese il quale voglia rafforzare le istituzioni democratiche, ovvero a riflettere sugli elementi di mobilità e mobilitazione attorno a cui ansiosamente e contraddittoriamente ruotano le società libere: il ruolo e la natura delle organizzazioni politiche e sindacali in rapporto alla loro capacità di “rappresentanza”, la volatile formazione del consenso e le dinamiche psicologiche dell’opinione pubblica, la ricaduta dei conflitti sociali sia nel campo della lotta politica che in quello dell’organizzazione industriale.
Che molti dei temi trattati da Elton Mayo risultino sempre più rilevanti e vitali, nella loro problematicità, per lo sviluppo delle società occidentali, è la riprova ad un tempo del vigore scientifico del grande sociologo e dell’esigenza di fornire, in questa fine secolo, nuova linfa teorica e civile alla difesa del binomio democrazia e libertà.
Elton Mayo
Elton Mayo nacque in Australia nel 1880 e poco dopo la fine della prima guerra mondiale si trasferì negli Stati Uniti, insegnando a lungo presso l’Università di Harvard. Mayo è principalmente noto per le ricerche svolte tra gli anni venti e trenta negli stabilimenti della Western Electric Company: ricerche rigorosamente «sul campo» al cui centro si pongono i problemi psicologici dell’organizzazione del lavoro, e che apriranno la via a decisive sperimentazioni a largo raggio sul significato, la natura e le opportunità offerte da una sistematica adozione di politiche aziendali fondate sulle «relazioni umane», all’interno dell’universo aziendale.