70 anni fa il discorso di Schuman. La festa dell’Europa e le antiche radici dell’idea di unione e fratellanza tra i popoli

Quest’anno ricorrono i 70 anni del “Giorno dell’Europa”, una festa istituita dalla Cee (Comunità Economica Europea) in occasione del vertice tenutosi a Milano nel 1985 per ricordare la proposta, lanciata il 9 maggio del 1950, in piena Guerra Fredda, dall’allora ministro degli esteri francese Robert Schuman  di creare un nucleo economico europeo, a partire dalla messa in comune delle riserve di carbone e di acciaio, come antidoto al rischio di nuove guerre tra le nazioni del continente. Un’idea, che si concretizzò l’anno successivo con la nascita della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, di cui facevano parte Belgio,  Francia, Germania, Italia,  Lussemburgo e  Paesi Bassi e che fu seguita nel 1957 dal trattato di Roma, che istituì la Comunità economica europea (CEE), o Mercato comune, che andò ampliandosi fino alla istituzione della Comunità Europea con l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht il primo novembre del 1993, successivamente con l’unione monetaria nel 2002 e l’istituzione nel  2007 dell’Unione europea con il trattato di Lisbona, ratificato il primo dicembre 2009.   

Numerosi eventi vengono tradizionalmente organizzati per la Festa dell’Europa. Quest’anno per lo storico anniversario che cade in piena emergenza coronavirus, il Parlamento Europeo offre un’intera giornata di programmi virtuali, tra cui dirette Facebook e una mostra online.

L’idea di europeismo  ha radici lontane. Ed è stato un sogno anche massonico, che serpeggia già, come scrive Carlo Petrone nel suo saggio appena pubblicato “Pensiero Libero e identità Europa”, nell’Illuminismo e nelle logge massoniche del Settecento. E si precisa “negli anni turbolenti che precedono l’unità d’Italia”, attraverso alcuni personaggi, “nei cui pensieri, nei cui scritti e nel cui forte impegno politico appare già con forza, la necessità dell’unità dell’Europa e l’impegno di lottare per la sua attuazione”. Uno fra tutti Giuseppe Mazzini che nel 1834 diede vita alla Giovine Europa. Petrone riporta anche il discorso tenuto il 21 aprile 1901 da Ernesto Nathan, sindaco di Roma e Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, che in occasione dell’inaugurazione della sede di Palazzo Giustiniani disse: “Voi direti, Signori, se siamo poca cosa; siamo pure il germe dei vagheggiati Stati Uniti d’Europa, e ritenendo insufficiente questo territorio, guardiamo più in là, oltrepassiamo i mari e, nei vincoli di fratellanza, abbracciamo quanti popoli civili abitano il globo…

Ed europeista era anche Giuseppe Garibaldi, primo Gran Maestro del Grande Oriente, che il 9 settembre del 1867 a Ginevra, dove presiedette il primo Congresso della pace e della libertà, ribadì la ferma convinzione che la fratellanza tra i popoli sia il miglior rimedio contro il dispotismo, poiché “tutte le nazioni sono sorelle”. Parole che si inseriscono nel solco, come ricorda Giovanni Greco ( vedi Erasmo n. 5 maggio 2019 ) della profetica dichiarazione che aveva fatto  18 anni prima  un altro grande massone, Victor Hugo, al Congresso della pace di Parigi: “Verrà un giorno in cui – ebbe a dire- due immensi gruppi, gli stati uniti d’America e gli stati uniti d’Europa, posti uno di fronte all’altro, si scambieranno  i loro prodotti, il loro commercio, la loro industria, le loro arti, i loro geni …per trarne il benessere di tutti e la fratellanza degli uomini”.

Esiste anche in seno alla Massoneria europea il Simposio Internazionale delle logge Europa, nato nel 2008, non a caso il 9 maggio, giorno della Festa dell’Unione Europea, con una matrice tutta italiana grazie all’iniziativa della Europa n.765 di Riccione che riuscì a far incontrare sette officine.

Nel tempo il meeting ha avuto sempre più successo, accreditandosi tra gli eventi massonici più importanti in Europa, in grado di alimentare gli ideali comuni dell’identità culturale europea con la finalità di richiamare costantemente i principi sanciti dai Trattati di Roma del 1957. Lo scorso le officine intitolate all’Europa si sono incontrate per il 12esimo  meeting internazionale a Matera per discutere del futuro dell’Europa. ( vedi Erasmo n. 5 maggio 2019 )



7 commenti a “70 anni fa il discorso di Schuman. La festa dell’Europa e le antiche radici dell’idea di unione e fratellanza tra i popoli

  1. Alle belle dichiarazioni di intenti, cresciute nell’humus economico, ma non in quelli della Cultura dei Diritti e Doveri, nell’Europa dei Popoli, non si sono succedute per egoismi politici locali e per la miopia delle discriminazioni una capacità progettuale per realizzare un’Europa Unita.
    Finché non ci sarà la consapevolezza che Diritti e doveri, sul suolo europeo varranno per tutti, non saranno certo le celebrazioni degli intenti che furono, a salvare dalla disgregazione. Gli interessi degli Stati Uniti d’America, della Cina, della Russia vedono nella nostra disgregazione, un obiettivo di eliminazione di un competitore. L’Europa culla della Civiltà non può e non deve supinamente accettare tutto questo.

  2. sarebbe utile pubblicare testi di nostri Fr:. di altri Stati del nostro continente relativi proprio a quegli Stati Uniti d’Europa, così da costituire, frattanto, quella unità spirituale ch’è fondamento di ogni altra. Renzo Brunetti

  3. L’inconveniente è stato che Americani ed Europei “” hanno fatto i conti senza l’oste”” cioè la Cina

  4. Sentire queste cose , ogni tanto , é come un soffio d’aria fresca , uscendo da un’aula affollata, in cui per giunta tutti fumano

  5. Nella mia sacca di viandante non c’e’ posto per la guerra, c’e’ tanta voglia di uguaglianza e di fratellanza nella liberta’.

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