“Il disagio della libertà. Perché agli italiani piace avere un padrone” è l’ultima fatica editoriale di Corrado Augias, giornalista e scrittore che è stata presentata ieri al Vascello, sede del Goi. Alla presentazione è intervenuto il Gran Maestro Gustavo Raffi.
Il dibattito che si è svolto introno al tema del libro è stato spunto per riflessioni sui tempi moderni della politica e dell’attuale democrazia. “Per un laico gli spunti sono infiniti. Questo libro costituisce un elemento per ricordare passi e momenti storici. Io sono nato per eventi bellici a Bagnacavallo in provincia di Ravenna che ha dato i natali anche a Leo Longanesi. Leo Longanesi diceva che la bandiera italiana è verde, bianca e rossa e al centro c’è scritto “tengo famiglia””. E’ intervenuto Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.
E anche il giornalista di Repubblica Augias non lesina parole per l’attuale situazione politica del Paese: “Ho molta fiducia in questo governo, però faccio notare che ci sono altri 200 milioni di tagli al sistema universitario, a fronte di 200 milioni di incentivi alle scuole private, la maggior parte delle quali sono cattoliche. Passano i decenni, ma i problemi non cambiano. Il vecchio premier continua a dire che con questa Costituzione non si può governare che è la stessa con la quale De Gasperi ha rimesso l’Italia in piedi. Berlusconi vorrebbe i poteri di un capo azienda, che vuole decisioni rapide. Il presidente del Consiglio di un Paese democratico non può fare questo”.
“Il Disagio della libertà”, in fondo parla proprio di questo. In novant’anni di storia, dal 1922 al 2011 abbiamo avuto il ventennio fascista e il quasi ventennio berlusconiano: per poco metà della nostra storia nazionale abbiamo scelto di farci governare da uomini con vocazione autoritaria. Questo libro è l’indagine curiosa su una pericolosa debolezza del nostro carattere, è anche un appello a ritrovare il senso alto della politica e della condivisione di un destino.
“Quello che emerge in Italia è la volontà di essere sudditi del potente. Il partito nasce come un club, come un laboratorio di idee. Oggi il rapporto è sinallagmatico, del dare – avere. Eppure c’è stata una stagione bellissima quella della Costituente”. Ha spiegato Raffi criticando la deriva affaristica in cui è caduta la politica e sperando che la libertà dell’uomo torni ad essere un traguardo cui tendere.
(AgenParl) 06 LUG 2012