150 anni dell’Unità d’Italia
Il coraggio del Pensiero, il Grande Oriente d’Italia lancia la rivoluzione dell’impegno
L’Unità d’Italia conta centocinquant’anni. Impaginiamo con entusiasmo e ragione percorsi di identità e cultura, speranze e lotte per un Paese migliore. Lungo la strada che ha costruito il sentimento nazionale ci sono volti e storie, conquiste di libertà e ferite ancora da sanare. E’ cucito soprattutto il grande sogno di riunire un unico popolo sotto il Tricolore, superando l’incompiuto del Risorgimento. In questa storia che vogliamo condivisa, il Grande Oriente d’Italia vuole contribuire a riscoprire il senso del nostro stare insieme come Italiani, custodendo e portando avanti un progetto di vita. Vogliamo prendere nuova forza dalla lezione ideale del Risorgimento ma anche essere capaci di ascoltare e studiare quelle pagine che non ci sono sui libri di storia, mettendo in discussione pregiudizi e spostando i confini. Senza revisionismi né polemiche, né coi Savoia né coi Borbone: i Fratelli del Grande Oriente sono con gli Italiani che ieri si unirono per appartenere a un’unica Patria e oggi vogliono rinnovare e vivere il patto di fratellanza che costruisce un destino comune e un bisogno profondo di verità. Il fuoco di brace che alimenta la speranza è più importante delle ferite che bruciano la carne. Un paese che sa da quale passato arriva è in grado di cogliere le sfide del futuro.
Quale scuola di pensiero e luogo di confronto per ogni umanità, la Libera Muratoria coltiva un sogno possibile: unire gli scialli neri delle donne del Sud, spesso simbolo di dolore e incomprensione, alle camice rosse del Risorgimento, che parlano di volontariato, di grandi e giovani ideali di lotta per la libertà. Nord e Sud stanno insieme, come insieme vanno ricordate la lezione di amore per l’Italia di Giuseppe Garibaldi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, con il grido di riscatto che si alza dalle pagine di Carlo Alianello. Occorre stendere ponti al dialogo e al confronto perché, nella topologia della storia patria, l’impresa dei Mille e il vento di speranza che si alzò dallo scoglio di Quarto possa portare un nuovo Risorgimento della ragione e un sano federalismo che sappia unire davvero i nostri territori nel cuore dell’Europa che è nostra madre e destino.
Non servono cartoline per le memorie di parte. Lungo le pietre del tempo, vivere di ciò che si ama è condizione di libertà interiore per continuare a costruire l’Italia che vogliamo, quella che non è ammalata di torcicollo ma neanche soffre di vista corta. Assumere tutta la propria storia per guardare avanti: è questa la sfida più grande che ci attende nell’anno delle celebrazioni. La Libera Muratoria rimarca senza sosta l’importanza dei valori della nostra Costituzione e dell’Unità della Nazione in una fase di crisi, non solo economica, ma etico-morale del paese. La scommessa è la Libertà e il coraggio del Pensiero. Vogliamo lanciare la rivoluzione dell’impegno, personale e comunitario, in una fase storica in cui prevalgono scollamento e distacco, delega e rinuncia. Siamo convinti che proprio ora la testimonianza di ogni persona che si mette in gioco per costruire e modulare percorsi virtuosi, è segno concreto che un’altra umanità è possibile. Necessaria luce sul muro incompiuto.
Da Torino a Palermo, lungo tutto il 2011 il Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani con convegni e iniziative, con pensiero e azioni nella società italiana di cui è forza morale, vuol ricordare i contributi dei Fratelli Liberi Muratori all’Unità d’Italia, facendo memoriale del loro insegnamento di uomini liberi. Ma non intendiamo, con questo, portare in piazza reliquie né mostrare il medagliere: quanto la Massoneria abbia dato in termini di sangue e sacrificio all’Unità d’Italia è fatto noto agli storici ed abita anche nei cuori della nostra gente. Anche oggi vogliamo indicare con forza che serve nuova responsabilità per costruire il domani e rispondere agli appelli che ci vengono dai giovani, dalla scuola e da una società che ha smarrito il senso del proprio ligamen, lo stare insieme come popolo. Non possiamo che dire basta con i giochi delle tre carte e le ricette che servono al piccolo cabotaggio. L’Italia ha bisogno di uno scatto di reni, e di volare alto, oltre le polemiche e le logiche da cortile.
Ecco perché Mazzini e Garibaldi non sono per noi ‘santini laici’ o generi letterari da spendere sul mercato delle chiacchiere: sono invece esempi di uomini che hanno fatto strada a un’idea di Paese unito e solidale. Noi siamo i loro eredi, coloro che hanno raccolto sul terreno il testimone di quel Gran Maestro Massone in camicia rossa che conquistò terre e cuori perché prima seppe unire e rendere fratelli uomini diversi per culture e storie, indicando agli italiani che c’era un destino comune su cui scommettere.
L’appuntamento con la testimonianza della Libertà, il Grande Oriente d’Italia non l’ha mai saltato. Al nomos del soggiorno si accompagna ancora la ricerca di senso, la necessità di coscienze libere che coltivino il dubbio e ritengano l’altro sempre un valore. Riscoprire la forza e il segreto di quella forza morale del Risorgimento che un giorno cambiò la storia, è anche il senso del nostro viaggio nei 150 anni del Paese che amiamo. Lo faremo con umiltà ma anche con quella voglia di vivere che viene dopo la notte. Dando carne all’unico interesse che conosciamo: quello degli italiani.
Gustavo Raffi
Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani