(Corriere della Sera) La via solitaria di Riccardo Bauer

Dopo la fine della guerra, quando Milano liberata fu per parecchi mesi un frenetico laboratorio di idee e progetti democratici, una delle persone in cui mi imbattevo più frequentemente, passando dalla lettura di un giornale a un pubblico dibattito, si chiamava Riccardo Bauer.

Era nato nel 1896, era stato volontario nella Grande Guerra, aveva collaborato a «La Rivoluzione liberale», la rivista di Piero Gobetti, e fondato con Carlo Rosselli, nel 1924, un settimanale antifascista, «Il Caffè». Dopo l’avvento del regime aveva organizzato la fuga di Filippo Turati in Francia, fondato con Rosselli il movimento Giustizia e Libertà e impiegato una buona parte degli anni seguenti passando da un carcere all’altro, da un confino all’altro. Liberato nel 1943, era divenuto uno dei maggiori esponenti del Partito d’Azione e aveva diretto la giunta militare del Comitato di liberazione nazionale. (…continua)



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