Antonio Panaino è autore del libro «I Magi e la loro stella. Storia, scienza e teologia di un racconto evangelico», pubblicato dalle Edizioni San Paolo (pagine 232, euro 17). Panaino conduce il lettore in un viaggio attraverso l’ambiente religioso e politico in cui la figura dei Magi è nata e delinea i motivi simbolici e teologici che ne hanno determinato la fortuna tanto in Oriente quanto in Occidente. «Da anni inseguo il cammino dei Magi e i temi connessi a queste figure. La loro storia – racconta l’autore – è stata e rimane gravida di problemi e di aspetti intricati e sfuggenti. Due, tre, otto o dodici, apostoli o segni zodiacali, preti o maghi, re o sacerdoti, mercanti o legati, essi hanno altresì ispirato narratori e artisti di secoli e paesi diversi, suscitato imbarazzo e curiosità, ambiguità e devozione».
I Re Magi (se mai furono re) nella tradizione popolare rappresentano il «vero» sapere che si inchina alla vera fede. Sono l’immagine del filosofo che capisce la grandezza dell’arrivo del Cristo. Non c’è è presepio, o rappresentazione sacra, che possa scordare le figure dei tre sapienti che portano oro, incenso e mirra. «Nella prospettiva di un orientalista, più precisamente, di uno specialista dell’Iran preislamico, conto di poter suscitare interessi profondi sul tema del dialogo tra religioni, in modo da aprire percorsi e argomenti di ulteriore riflessione, a partire da una delle pagine più dense e suggestive dell’antichità mediterranea, capace da sola di far scaturire una letteratura di enorme portata contenutistica e di stimolare una produzione artistica di ricchezza ed efficacia incredibili», spiega Antonio Panaino.
Antonio Panaino è nato a Busto Arsizio (Va) nel 1961. Dopo gli studi in filologia classica e iranica a Milano, Napoli, Cambridge e Liegi, ha intrapreso la carriera accademica, divenendo professore di Iranistica all’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna. Già preside della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, è stato anche chairman della Societas Iranologica Europaea; laurea ad honorem presso la New Bulgarian University nel 2011 e Premio R. e T. Ghirshman dell’Accademia di Francia, attualmente presiede l’Associazione Italiana per lo Studio dell’Asia Centrale e del Caucaso. Professore ordinario presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna (sede di Ravenna), dirige la missione etnolinguistica italiana in Tajikistan. Specialista di lingue e religioni dell’Iran preislamico (zoroastrismo e manicheismo in particolare), si è anche occupato di scienze e pseudoscienze nell’antichità, nonchè della diffusione del cristianesimo in Iran e Asia Centrale. Autore di numerose monografie e saggi specialistici, fa parte del comitato scientifico di importanti riviste del settore orientalistico.