L’utilità formativa di questo volume è incentrata sulla capacità dell’autore di inquadrare alcuni principi basilari della Libera Muratoria nell’ambito filosofico, culturale e sociale. Giusti i riferimenti a Kant e Fichte, entrambi portatori di un “progetto uomo” attento e rigoroso, sia nella sua analisi introspettiva, che in una ricerca della verità vista da angolature diverse. Per Kant il Criticismo è figlio di un’analisi costante dei limiti della ragione umana e questo suo “agnosticismo” porta la stessa a capire che non può conoscere al di là del mondo “fenomenico”.
Anche se la metafisica è inconoscibile, il filosofo tedesco ha la consapevolezza della sua esistenza.
In effetti è proprio nel rito di “iniziazione”, tra l’altro, che libertà e moralità rappresentano un binomio indissolubile per il “neofita”.
Ed è proprio nella “Critica della Ragion Pratica” che possiamo riscontrare, nell’azione morale, la sintesi di contenuto e forma.
Il contenuto è costituito dalla singola azione ed è particolare, potendo variare nei diversi momenti e nelle diverse condizioni, perciò è indeterminato.
La forma è costituita dalla legge a priori della ragione, che è la legge del dovere: essa, essendo universale e valida incondizionatamente per ogni uomo, in ogni momento e in qualsiasi azione, è perciò determinata. Questa legge morale è denominata “imperativo categorico”.
Anche la libertà in Fichte diventa condizione “necessaria” tramite l’idealismo, perché afferma l’autonomia “dell’io” nei confronti della natura.
Personalmente ritengo che il massone, una volta che ha acquisito “dimestichezza” e “conoscenza” del simbolismo esoterico-iniziatico, possa svolgere quella missione del “dotto” tanto cara allo stesso Fichte.
Per lo stesso è “l’uomo che ha maggiore consapevolezza di essere parte dell’io puro.
Egli, annullando i propri interessi personali, ha il dovere di porre la sua cultura a disposizione del popolo, di cui diventa guida e maestro.
Un altro merito indiscutibile del libro dunque è quello di avere ridato la giusta “dignità di collegamento” tra la filosofia e la massoneria, perché come ci ricorda Bertrand Russell bisogna mettere “le ali al pensiero”.
Da ricordare Anthony Collins, amico di Locke ed in modo particolare la sua prima opera titolata “Il saggio sull’uso della ragione” del 1707, all’interno della quale mette in evidenza l’equivalenza tra ciò che è superiore alla ragione e ciò che le è contrario.
E’ importante la difesa della libertà mediante la rivendicazione del libero pensiero, cioè della possibilità che ogni uomo usi il proprio intelletto senza limitazioni, per trovare evidenze e giustificazioni di qualunque proposizione e argomentazione.
Senza il diritto di pensare liberamente, cade la possibilità di questo processo di auto miglioramento.
Leggere il volume serve ad iniziare a capire l’importanza della “scelta” e come ci ricorda Pascal “c’è abbastanza luce per coloro che desiderano di vedere e abbastanza oscurità per coloro che si trovano nella direzione opposta”.