La Biblioteca del Grande Oriente d’Italia si è arricchita di un prezioso fondo donato dallo studioso di storia della Massoneria Ruggiero di Castiglione, autore di importanti opere quali: Alle sorgenti della Massoneria (1989), Corpus Massonicum (2007) e la serie di cinque volumi su La Massoneria nelle Due Sicilie (2007-2013). Si tratta della corrispondenza intercorsa, negli anni dal 1786 al 1820, fra il teologo protestante e storico della Chiesa riformata Friedrich Münter e importanti personalità della Massoneria italiana del Meridione.
Ad anticipare il famoso Grand Tour di Goethe in Italia, tra il 1786 e il 1788, vi fu il viaggio di un altro intellettuale tedesco, Friederich Christian Carl Heinrich Münter (1761-1830), un viaggio meno noto ma assai più decisivo per le sorti della massoneria italiana. A spingerlo alla scoperta della Penisola furono certamente i suoi interessi di filologia, archeologia e numismatica, la sua passione per le lingue antiche e orientali, nonché il suo desiderio di ricostruire la storia dell’Ordine dei Templari di cui, qualche anno dopo, pubblicò gli statuti interni (Statutenbuch des Ordens der Tempelherren, 1794). È quanto si evince dai preziosi documenti autobiografici che Münter ha lasciato del suo viaggio, che si concentrò soprattutto nelle tappe del Regno di Napoli e delle Due Sicilie: le Nachrichten über beide Sizilien (Notizie sulle Due Sicilie, del 1790) e i Diari (Aus den Tagebüchern Friedrich Münters, pubblicati postumi in Danimarca nel 1944).
A muovere Münter erano, tuttavia, soprattutto obiettivi di carattere massonico. “Seine Zwecke kenne ich nicht”, “non conosco i suoi scopi”, affermava Goethe nella Italienische Reise (Viaggio in Italia) a proposito del viaggio di Münter nella Penisola. In realtà, un legame profondo univa Goethe e Münter al di là dei loro interessi “profani”. Entrambi erano infatti affiliati all’Ordine paramassonico degli Illuminati, una società segreta di carattere spiccatamente politico schierata a favore del progresso sociale e della libertà, e impegnata nella lotta contro l’assolutismo. Addirittura, Goethe e Münter, il primo con lo pseudonimo di “Abaris”, il secondo con quello di “Syrianus”, furono iniziati nello stesso luogo, a Weimar, e nello stesso anno, nel 1783. C’è dunque motivo di dubitare dell’affermazione di Goethe.
In realtà il viaggio di Münter è una testimonianza del forte interesse avvertito dagli Illuminati per le sorti della Penisola. Se l’obiettivo della formazione latomistica, sin dai suoi inizi in Baviera, era stato quello di guadagnare alla sua dottrina libertaria, repubblicana e democratica esponenti del mondo della politica, della cultura, dell’arte, si desiderava ora agire allo stesso modo anche sulle élite intellettuali e letterarie operanti in Italia. A Roma, a Catania e a Napoli Münter fondò nuclei di logge “illuminate”, che si riconoscevano cioè nei princìpi e nelle pratiche dell’Illuminatismo tedesco. Come dimostra la sua corrispondenza (in parte redatta in italiano), nel corso del suo viaggio Münter stabilì intensi e duraturi rapporti con Francesco Mario Pagano, Donato Tommasi, Gaetano Filangeri, Domenico Cirillo, Pascale Baffi, Niccola Pacifico, Giuseppe Albanese, Vincenzio Russo, Eleonora de Fonseca Pimentel, i quali saranno altresì i promotori della Repubblica Napoletana nel 1799. E non è un caso che le idee dell’Illuminatismo promosse da Münter trovarono un terreno fertile soprattutto nei Regni di Napoli e delle Due Sicilie, allora schiacciati dal pesante giogo del governo borbonico e della Chiesa cattolica.
Le ricostruzioni storiche di Carlo Francovich, Ruggiero di Castiglione e Nico Perrone hanno evidenziato in che misura l’esperienza di Münter in Italia, in favore della diffusione dell’Illuminatismo, fu un episodio decisivo per la trasformazione della massoneria italiana alla fine del Settecento. Studi recenti hanno dimostrato come le prime sette cospirative a carattere massonico della Penisola presero a modello la struttura interna, le aspirazioni libertarie e le pratiche rituali degli Illuminati di Baviera.
Lo storico germanista Gianluca Paolucci ha rilevato come questa sia un’interessante linea di indagine sui legami massonici tra Italia e Germania nel tardo Settecento che non è stata ancora verificata in profondità e che potrebbe aprire nuovi e inediti scenari di ricerca. Mentre in Germania l’esperienza degli Illuminati è di nuovo al centro dell’attenzione della critica per il rinvenimento di documenti non ancora trascritti e studiati che certificano la continuazione dell’Ordine dopo la sua fine “ufficiale” in seguito al bando in Baviera – e dunque proprio nel momento in cui Münter intraprese il suo viaggio in Italia -, il fondo contenente l’intera corrispondenza di Münter intercorsa con i massoni italiani dal 1786 al 1820 che Ruggiero Ferrara di Castiglione ha donato al Servizio Biblioteca del GOI potrebbe contribuire alla ricostruzione di questo affascinante capitolo nella storia dei rapporti tra la Germania e l’Italia nell’epoca del Settecento massonico, dell’Illuminismo e del Classicismo di Weimar.