Che l’argomento ‘Massoneria’ sia vasto e composito non è più un mistero. Negli ultimi anni, decine e decine di pubblicazioni scientifiche sempre più articolate hanno analizzato gli ambiti di diffusione dello spirito liberomuratorio e della sua simbologia evidenziando nuovi orizzonti d’indagine.
Carla Benocci, storica dell’arte della Sopritendenza ai Beni Culturali di Roma, lungo i suoi studi, ha incontrato spesso simbolica di tipo massonico e ne ha fatto tesoro, approfondendo le ricerche. Un suo recentissimo saggio dal titolo Free Gardeners, Pindemonte ed i giardini d’ispirazione massonica (pubblicato in una monografia su Manuali e saggi sul giardino e sul paesaggio in Italia dalla fine del Settecento all’Unità della rivista “Storia dell’Urbanistica”, Edizioni Kappa, 3/2011) getta luce su un argomento poco conosciuto sull’interpretazione dei giardini sette-ottocenteschi italiani ed europei.
Preso spunto da uno scritto del filosofo Gian Mario Cazzaniga sui giardini settecenteschi e la massoneria (contenuto nell’Annale 21 della “Storia d’Italia”, interamente dedicato alla Massoneria e curato dallo stesso Cazzaniga) è andata oltre, partendo da un importante documento datato 16 agosto 1676 e che contiene le Costituzioni della Fratellanza dei Giardinieri (“Fraternity of Gardeners”) dell’East Lothian in Scozia, oggetto di studi di Robert L. D. Cooper, curatore di Museo e Biblioteca della Gran Loggia di Scozia. Carla Benocci ha illustrato il suo saggio a Firenze lo scorso aprile, presso l’Archivio di Stato, in occasione della presentazione della monografia citata, chiarendo come la recente conoscenza del testo del 1676 consenta di approfondire la ricerca sui collegamenti tra la Libera Muratoria e i Liberi Giardinieri, membri di una ‘friendly society’ che, nel tempo, adotta rituali e simboli di matrice latomistica e ancora sopravvive, nonostante la progressiva decadenza.
Con queste premesse, spiega Benocci, è possibile “allargare le matrici culturali che danno vita all’elaborazione teorica dei nuovi giardini, ai quali l’Inghilterra riserva un vero e proprio culto”, dove i nuovi metodi operativi dei Free Gardeners si coniugano “con percorsi iniziatici, dal forte valore simbolico e spirituale”. Dall’Inghilterra all’Europa in genere, e quindi in Italia, il passo è breve, anche se, afferma la studiosa, gli “ambiti congiunti” nei nostri giardini sono ancora da esaminare con attenzione, soprattutto attraverso l’analisi di Cazzaniga sui giardini all’inglese e il modello di “giardino di memoria” per lo più utilizzato in quelli “d’ispirazione” massonica.
Nel nostro Paese, Carla Benocci ha infatti individuato testimonianze non solo nei giardini dichiaratamente massonici, ma soprattutto nei grandi giardini romani, come la Villa Torlonia, che presentano arredi e soluzioni di chiara impronta liberomuratoria, finora ben poco analizzati.
Il dibattito emerso nell’incontro all’Archivio di Stato, con specialisti come Mariella Zoppi, Gabriele Corsani e Luigi Zangheri (gli ultimi due co-autori con Benocci della monografia), ha portato a interessanti opinioni condivise, tra cui la considerazione della fede massonica – senza dubbio egemone – come fattore che permea le espressioni della cultura e dell’arte e quindi anche dei giardini, intesi, dichiara la storica, “come luoghi privilegiati di inserti metaforici e suggestioni anticanti”.
“E se non tutto ciò che è esoterico è massonico – ci spiega ancora – pure questa chiave di lettura consente di analizzare più compiutamente, ‘senza tabù’, celebri parchi inglesi e italiani, aprendo inediti e affascinanti campi di ricerca”.
Carla Benocci ha pubblicato due volumi con Erasmo, editrice del Grande Oriente d’Italia: “Villa Il Vascello” (2003) e “Nel tempio di Salomone. Le pitture con temi proto-massonici nelle residenze romane cinque-secentesche” (2008).
Per sapere di più sui Free Gardeners:
Order of Free Gardeners
The Free Gardeners of Edinburgh, the Lothians and Fife
Thistle Lodge of Free Gardeners, Penicuik