Una mappa finalmente ampia, documentata e innovativa dei complessi e fondamentali rapporti della letteratura con la massoneria, tra Italia e Francia, sullo scorcio del XVIII secolo e oltre. Vengono qui fissati con rigore scientifico e finezza di indagine i termini di una questione che è sempre rimasta ai margini della storiografia e della critica letteraria italiane.”
Gianfranca Lavezzi, professore associato dell’Università di Pavia
“Nella ricerca di Giulia Delogu parla una poesia fatta di frammenti e parole, che si fa carico delle entranãs, ovvero delle viscere del sentire, come un andare nel profondo delle cose. Si torna a quello che il poeta spagnolo Antonio Machado chiama ‘l’evidenza della vita’, che è lotta e confine, perenne limen da superare.”
Dalla Postfazione di Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia
“Da ragazzo studiai la Kabbalah e appresi che il difficile ma anche il meraviglioso della vita non è saper fare del mare una goccia ma di una goccia il mare. Questo libro è soltanto una goccia. Parla di un tema talmente specifico e colto da incutere soggezione, dal ritenere pressoché impossibile interessarsene. Ma non è così, ve l’assicuro. Giulia parlando di vecchie carte poetiche ha parlato di vita, di passione. Per la bellezza di studiare e capire, oltre le pagine, la sostanza virtuosa del cuore degli uomini.”
Dalla Nota introduttiva di Edoardo Varini
Giulia Delogu (Piacenza, 1986) è attualmente dottoranda di ricerca in Italianistica presso l’Università di Trieste. Si è laureata in Filologia moderna all’Università di Pavia e al contempo si è diplomata in Scienze Umane presso l’Istituto Universitario di Studi Superiori (IUSS) di Pavia. Alunna del Collegio Ghislieri, dopo la laurea si è perfezionata presso l’École Normale Supérieure di Parigi e il Centre d’Études de la Langue et de la Littérature Françaises du XVIIe et XVIIIe siècles dell’Université Paris IV Sorbonne sotto la direzione del prof. Charles Porset.
Ha pubblicato articoli in riviste quali “Il Confronto letterario”, “Otto/Novecento”, “Hiram”, “Archeografo Triestino”. La sua tesi triennale, che ha segnato l’inizio dell’interesse per i rapporti tra Massoneria e poesia sette e ottocentesche, ha ottenuto il Premio di Laurea del Collegio dei Maestri Venerabili della Lombardia e il Premio di Laurea Giacomo Treves.