“Noi abbiamo il dovere e l’onere di custodire, difendere e trasferire nel mondo i principi che sono ben espressi nel trinomio all’Oriente dei nostri templi: libertà, uguaglianza e fratellanza. Dobbiamo avere fiducia, trasmettere fiducia a chi ci guarda, dare fiducia al prossimo e operare per la costruzione di una civiltà, di una società migliore, di un mondo migliore. Lo dobbiamo fare con il compasso del nostro pensiero libero e puro come l’aria e con la squadra e il regolo dell’equilibrato e corretto agire e non dobbiamo indietreggiare di fronte a niente”.
E’ questa la missione della Massoneria del Terzo Millennio secondo il Gran Maestro Stefano Bisi, che in occasione delle celebrazione dell’Equinozio d’autunno e dell’anniversario del XX Settembre, che segna la ripresa dei lavori dopo la pausa estiva ha parlato nel parco del Vascello, invitando i Fratelli, in tantissimi arrivati da ogni parte d’Italia per la speciale occasione, a contribuire a fare la loro parte anche fuori dai templi. Con lui sul palco tutti gli uomini della sua giunta e l’ex Gran Maestro e suo predecessore Gustavo Raffi.
“La paura -ha detto Bisi nella sua allocuzione, citando Paolo Borsellino- è normale che ci sia in ogni uomo”. “L’importante -ha sottolineato- è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, che è un ostacolo che ti impedisce di andare avanti. Ma bisogna andare avanti imperterriti e avere coraggio, tanto coraggio”. “E anche noi, Fratelli -ha aggiunto Bisi- dobbiamo averlo, il coraggio, nell’esercitare con maestria la nostra opera per il bene dell’umanità in uno scenario mondiale che preoccupa e che ci consegna tante situazioni di crisi aperte che minacciano l’armonia umana e mettono sotto scacco la ragione. In un momento di difficoltà ci vuole il coraggio. Le difficoltà stimolano il coraggio, nel coraggio si tempera la forza, con la forza si impone la rotta al destino”.
“La trama del tessuto sociale si sta lacerando”, ha osservato il Gran Maestro. “Occorre agire, dunque -è stato il suo invito- con la ragione e con il cuore”. “Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere”. “Queste parole non sono le mie, -ha proseguito il Gran Maestro- ma sono quelle di Giovanni Falcone, un magistrato che ha pagato barbaramente con la vita il prezzo del suo lavoro per la giustizia, parole che sono più che mai attuali. Come non condividerle, ci fanno riflettere”.