Martedì 7 ottobre 2014, alle 18,30, presso il museo Cappella Sansevero a Napoli, Marco D’Amore – già interprete di Gomorra – leggerà “Però qualcosa chiama – poema del Cristo velato” di Valerio Grutt, appena pubblicato per le edizioni Alos. All’incontro, moderato dalla giornalista Armida Parisi, parteciperà l’autore, secondo il quale la misteriosa opera commissionata a Giuseppe Sanmartino da Raimondo di Sangro, ritrarrebbe il Cristo nel primo attimo delle resurrezione.
Un’affermazione, un’intuizione alchemica. Scrive nell’introduzione al libro Beatrice Cecaro: “E’ il potente battito del riconoscimento che Valerio Grutt descrive in queste pagine mentre si appresta a tradurre l’enigmatico testamento di pietra che il Principe di Sansevero ha lasciato a chi ha occhi per guardare e orecchie per ascoltare”. Grutt, napoletano, Fratello della loggia bolognese “Ça Ira” (1130), è direttore del Centro di Poesia Contemporanea dell’Università felsinea.
Nei mesi scorsi, è stato promotore di iniziative culturali, alcune rivolte anche ai lettori più giovani. Ha lavorato come autore televisivo per le trasmissioni “La storia, le storie e Parolà”, andate in onda su Sat 2000. Ha curato e presentato l’evento “Luci nella penombra del mondo” all’interno del festival Dante 09 di Ravenna. Alcune delle sue opere sono pubblicate in antologie, tra le quali “Subway. Poeti italiani underground” (Ed. Il saggiatore) ed in numerose riviste.