“Anche la Massoneria italiana ha dato il suo grande contributo alla Liberazione dell’Italia dalla opprimente e sanguinosa dittatura nazifascista. Lo rivendichiamo con orgoglio ed a testa alta, ricordando figure come quella di Domizio Torrigiani, il Gran Maestro martire, che fu confinato prima a Lipari e poi Ponza e che morì cieco dopo essere tornato in libertà nel ’32.
E quelle di tanti altri fratelli che combatterono per ripristinare quei valori di Libertà, Democrazia e Umana Fraternità che erano stati negati dal nazifascismo. Proprio da Lipari, terra di confinati, di uomini straordinari appartenenti a partiti e opinioni diverse, partì un forte e impetuoso messaggio di Libertà che oggi a 70 anni dalla Liberazione tutti noi abbiamo voluto ricordare “. Queste le parole del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, che ieri ha concluso con il suo intervento la due giorni di lavoro su “Le Eolie e la Massoneria”.
Bisi ha ricordato come di recente a Rimini la Gran Loggia ha voluto onorare con la Gran Maestranza onoraria alla memoria il fratello Giovanni Becciolini, tra le vittime delle persecuzioni fasciste e trucidato a Firenze dalle squadracce in camicia nera per aver difeso il suo Maestro Venerabile nel 1923 favorendone la fuga. Bisi ha poi ricordato il ruolo di Eugenio Chiesa, Giuseppe Leti, Alessandro Tedeschi, Mario Angeloni e dell’avvocato Placido Martini fucilato alle Ardeatine insieme ad altri 17 fratelli.
Molto ricca ed articolata la relazione su Domizio Torrigiani fatta dal professor Santi Fedele, Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia, che ha chiuso il suo applaudito intervento leggendo le parole apparse sul Bollettino della Gran Loggia di Francia nel 1932. “Durante i primi anni del Regime fascista Torrigiani si trovò a guidare la Massoneria in tempi resi difficilissimi dallo scatenarsi dell’orrore e della barbarie. Circostanze, a fronte delle quali, nessuno si è mai trovato né in Italia né altrove… Domizio Torrigiani resterà, nella storia massonica, il Gran Maestro martire”.