E’ online il secondo numero del 2015 della rivista “Hiram”, che riporta in inglese e in italiano l’allocuzione tenuta dal Gran Maestro Stefano Bisi alla Gran Loggia di Rimini: “Il Coraggio delle idee. La Costanza delle azioni”. Di grande interesse l’articolo a firma di Simone Biondini, docente all’Università di Milano, dal titolo “Le carte della Massoneria presso la Segreteria Particolari del Duce”, che ricostruisce, in maniera accurata e attraverso importanti documenti d’archivio, i rapporti tra la Gran Loggia d’Italia, che si costituì dopo la scissione dal Grande Oriente d’Italia nel 1908, e il regime. “Mentre all’interno della Massoneria di Palazzo Giustiniani i Fratelli fascisti furono invitati a scegliere tra Massoneria e Fascismo”, poiché la Libera Muratoria perseguiva programmi e adottava metodi “in contrasto con quelli del Partito Fascista”, la “Massoneria di Piazza del Gesù – scrive Biondini – espresse la sua adesione al Governo Mussolini, approvandone tutti gli atti e riconoscendo l’alta gerarchia del Fascismo come legittima espressione della volontà della nazione”. Sotto la guida da Raul Palermi cercò sempre il compromesso con il regime. Anzi Palermi, riferisce ancora l’autore, “attorniato da un gran numero di esponenti fascisti iscritti alla sua Obbedienza, si prese la briga di ‘elevare’ il duce Gran Maestro Onorario, e quando a novembre del 1925 venne decretato lo scioglimento delle logge massoniche, egli si adeguò sciogliendo tutte le officine di Piazza del Gesù e ricostituendole con Fratelli disponibili verso il regime fascista. Il 2 dicembre poi, Palermi convocò il Supremo Consiglio e decise di cessare ogni attività massonica, proclamando la fedeltà dei Fratelli verso il Duce. Malgrado tutto ciò, tempo dopo, la sede di Piazza del Gesù venne saccheggiata dai fascisti”. Piegabriele Mancuso propone invece un libello fortemente antimassonico scritto tra il 18° e 19° secolo, presumibilmente da un esponente della Chiesa cattolica e pubblicato in un numero limitato di copie. “La causa e gli effetti” è il titolo del pamphlet che denuncia quello che è, secondo l’autore, il piano dei liberi muratori: cioè traviare la società introducendo idee come la libertà di parola, il pluralismo religioso e il relativismo culturale. Marco Cuzzi invece si sofferma sulla figura di Giuseppe Mussi, il Nathan milanese. Luigi Polo Friz propone infine uno tra i testi chiave della Massoneria italiana del decennio postunitario “La Lettera a Goodall”.