Alla Progetti di Carrara, la presentazione del libro di Cazzaniga e Marinucci, a cui parteciperà anche Stefano Bisi / Il Tirreno Massa Carrara / di David Chiappuella /
“Carbonari del XX secolo tra rituali adelfici e intransigenza repubblicana”: questo il titolo del libro che verrà presentato oggi a Carrara alle 17,30 nella sede della Fondazione Progetti di via Verdi. Il volume, edito dalla Ets di Pisa, è stato scritto da Gian Mario Cazzaniga e Marco Marinucci. Al dibattito-presentazione, oltre allo stesso Cazzaniga, docente di Filosofia morale all`Università di Pisa, interverranno Stefano Bisi, gran maestro del Grande Oriente d`Italia e Roberto Fantoni, socio della Vendita carbonara “Mazzini” di Roma ed ex segretario provinciale del Pri. Una occasione, dunque, per riflettere sull’attualità degli ideali carbonari, massonici e repubblicani, legati tra loro a filo doppio e da sempre molto radicati sul nostro territorio. Due anni fa Bisi e Fantoni, sempre a Carrara, avevano già presenziato all’inaugurazione del busto in marmo dedicato al filosofo Giordano Bruno (1548-1600), arso sul rogo come eretico a Roma durante il pontificato di Clemente VII. L’opera, realizzata da Luciano Massari, docente di scultura all’Accademia di Belle arti e direttore artistico dei laboratori cave Michelangelo di Franco Barattini, raffigura Bruno mentre tiene in mano un libro su cui è visibile un triangolo, simbolo di perfezione. La scultura, finanziata, oltre che dalla massoneria, anche dalla Fondazione Crc, si trova in piazza Gramsci, accanto ad un busto scolpito da Gino Nicoli raffigurante Angelo Pelliccia (1791-1863), medico, filosofo e uomo politico originario di Bedizzano, anch’egli accusato di offesa alla religione dello Stato e definito “eresiarca” dalla “Civiltà Cattolica”, rivista dei gesuiti. Alle spalle delle due statue c’è palazzo Lazzoni, sulla cui facciata troviamo una lapide che raffigura due colonne, una squadra e un compasso, tipici emblemi massonici. Ma le tracce della presenza massonica a Carrara non si fermano qui. Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 erano attive sul territorio ben 16 logge. Lo stesso simbolo di Carrara, poi, è la ruota comacina, simbolo dei maestri comaschi. L’influenza della massoneria è molto evidente anche nell’architettura e nell’arte cittadina: il Duomo è stato costruito in base alla regola della sezione aurea, il numero magico dei massoni, risalente alla tradizione pitagorica. Su questa chiesa, inoltre, è visibile l’immagine del bafometto, di origine templare. In una lapide di piazza Alberica, invece, si possono vedere simboli come la squadra e il compasso, che troviamo anche ai piedi del monumento a Giuseppe Mazzini in piazza Accademia, scolpito nel 1892 da Alessandro Biggi, presidente della Loggia massonica Fantiscritti e sindaco di Carrara dal 1899 al 1903. Occorre anche ricordare che in provincia sono ancora oggi operanti la loggia “Fantiscritti” di Carrara e la “Carlo Sforza” di Massa, della quale, in passato, Fantoni è stato maestro venerabile per tre anni. L’anno scorso a Fivizzano, poi, è stata costituita una terza loggia, dedicata alla memoria di Giovanni Conti, un grande repubblicano che fu vicepresidente dell’Assemblea costituente.
L’articolo pubblicato sul Tirreno Massa Carrara dell’8 gennaio 2016