Era sceso apertamente in campo per confutare certe affermazioni fatte dall’ex vescovo Francesco Micciché sulle connivenze colpevoli che a suo dire avrebbero compromesso gravemente lo sviluppo della città, anzi provocandone I’arretramento Mafia-massoneria- appalti-politici corrotti, per il notaio Luigi Manzo, gran maestro onorario del Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani, era un teorema infondato. “Non so da che cosa nasca la confusione”, dichiarò in una intervista che rilasciò di buon grado al Giornale di Sicilia, invitando Micciché a “non sparare nel mucchio” e a fare conoscere alla stessa Massoneria, qualora ne avesse, “informazioni precise. Farebbe, in questo caso, bene alla collettività, alla Chiesa e alle persone oneste”. Il notaio Manzo è deceduto senza avere avuto dall’ex vescovo, oggi alle prese con altre pesanti questioni giudiziarie, alcuna risposta. Con la Chiesa, il gran maestro onorario, come la stessa Massoneria, non avrebbe mai rifiutato il confronto: “Più volte abbiamo invitato il vescovo ad un dialogo, ma non abbiamo ricevuto nemmeno un cenno di risposta, nemmeno un cenno di cortesia. Ogni nostro aderente deve credere nell’esistenza di Dio ha spiegato -. Dunque il massone non è ateo, ma è pure libero di scegliersi la religione che crede, ma anche nessuna religione”. Secondo il notaio Manzo, Serenissimo presidente del Rito simbolico italiano, nel contesto trapanese, “la Massoneria non è certamente la mela marcia perché è formata da uomini liberi e di buoni costumi. Ciò che costituisce condizione essenziale primaria per essere ammessi a farne parte” né fa politica: “Nel nostro rituale all’inizio di ogni tornata di loggia il Maestro venerabile avverte i fratelli che non si deve parlare durante i lavori di loggia né di politica, né di religione”. (Giacomo Di Girolamo)
Leggi l’articolo sul Giornale di Sicilia, Trapani del 22 gennaio 2016