A Firenze, il 10 febbraio del 1986 veniva assassinato dalle Brigate Rosse Lando Conti. Massone, l’anno prima era sindaco della città. Nel giorno dell’anniversario della sua morte il Grande Oriente d’Italia lo ha ricordato con una tornata rituale congiunta nella sede massonica fiorentina di Borgo Albizi. All’evento hanno preso parte le logge “Lando Conti” di Firenze, Cagliari e Sanremo e le logge fiorentine “Plinio Citi”, “Domenico Maiocco”, “Tommaso Crudeli”, e “Marzocco” alla presenza del Presidente del Collegio Circoscrizionale della Toscana, Francesco Borgognoni. “Ricordare il Fratello Lando – ha sottolineato il Gran Maestro– significa riaffermare che la vita democratica del nostro Paese ha vinto contro ogni deriva terrorista e autoritaria. Ma sappiamo anche che questa non può essere considerata una vittoria definitiva; anzi, oggi più che mai dobbiamo riproporre il suo esempio a noi stessi, e alle nuove generazioni, imparando dal passato per far sì che la stagione del terrore non torni più”.
Lando Conti, fiorentino, classe 1933, fu segretario provinciale del Partito Repubblicano e poi sindaco di Firenze dal marzo 1984 al settembre 1985. Successore di Piero Bargellini e di Alessandro Bonsanti, fu uno straordinario amministratore della cosa pubblica. Con la sua vita e le sue opere testimoniò il principio mazziniano del primato dell’educazione e l’ideale massonico della fratellanza per operare sempre per il bene dell’umanità. Aderì alla Massoneria del Grande Oriente d’Italia nel 1957, precisamente il 22 novembre, nella Loggia “Giuseppe Mazzoni” (62) di Prato. Nel 1959 si trasferì nella loggia “La Concordia” (110) di Firenze e in seguito, il 18 maggio 1984, nella “Abramo Lincoln” (884), oggi “Lando Conti” (884). Fu Gran Cappellano, nel 1974, dell’Arco Reale. Nel 2006 è stato proclamato Gran Maestro Onorario alla memoria.
Nel pomeriggio del 10 febbraio 1986, nella zona di Ponte alla Badia, dove gli è stata intitolata una via, Lando Conti, da solo in auto, stava andando in Consiglio comunale, dove rappresentava il partito repubblicano. Fu assassinato con 17 colpi di pistola. Aveva 52 anni e lasciava la moglie e 4 figli. Nella stessa serata una telefonata anonima a un giornale milanese ne rivendicò l’attentato: “Qui Brigate Rosse. Rivendichiamo l’uccisione di Lando Conti”.
Il Comune di Firenze lo ha ricordato il 10 febbraio con una breve cerimonia alle ore 8,30 in Via Faentina, luogo dell’attentato, dove è stata deposta una corona e alla quale è intervenuto il sindaco di Firenze, Dario Nardella. “In questa giornata –ha detto il primo cittadino prendendo parte alla cerimonia- non possiamo non ricordare Lando Conti, sindaco di Firenze barbaramente freddato dalle mani dei terroristi, le Brigate Rosse. Oggi il terrorismo non è affatto cancellato: ne abbiamo nuove forme, e ricordare Conti significa non solo ricordare la storia liberale e democratica di Firenze ma anche dire che la violenza che terrorizza cittadini, politici istituzioni, va contrastata con determinazione ogni giorno uniti”.
Nel pomeriggio, a Palazzo Vecchio, si è tenuto il convegno “Lando Conti. Sindaco del dialogo, della coerenza e del rispetto” . Anche il presidente dell’Assemblea regionale, Eugenio Giani, a conclusione della seduta solenne svoltasi oggi in occasione del Giorno del Ricordo dedicato alla tragedia delle Foibe, ha voluto dedicare un pensiero alla figura di Conti. “Fu un uomo onesto ed animato da spirito di servizio, un repubblicano, un laico, un democratico, la cui memoria e il cui esempio vanno ricordati e valorizzati”, ha detto annunciando per il prossimo anniversario una iniziativa istituzionale.