Le suggestioni artistiche dell’Art Nouveau e del simbolismo massonico saranno in mostra al Palacongressi di Rimini dal 1° al 3 aprile in occasione della Gran Loggia 2016, l’assemblea annuale della Massoneria del Grande Oriente d’Italia che quest’anno ispira i propri lavori a “I doveri dell’uomo, i diritti del mondo”, tema generale del meeting.
La mostra “Massoneria Art Nouveau. Mito dell’Istituzione nell’arte al tempo della Belle Époque”, curata da Andrea Speziali, uno tra i più giovani esperti nel campo dell’Art Nouveau, rientra nell’ampio palinsesto culturale della Gran Loggia e presenta un revival di opere d’arte legate all’esoterismo e alla simbologia massonica spaziando dall’arte grafica alla pittura, dall’architettura e alla scultura nel periodo della Belle Époque tra fine Ottocento e i primi anni del Novecento. Ospite d’eccezione della rassegna è Alfons Mucha (1860-1939), artista ceco, nato in Moravia, considerato tra gli esponenti più significativi dell’Art Nouveau, il movimento filosofico-artistico che con declinazioni diverse, in Europa e negli Stati Uniti, porta una ventata di rinnovamento nello stile fino alla Grande Guerra. Linee sinuose e colori vivi riproducono il mondo della natura, con fascino e bellezza, evocandone l’incanto. Il debutto di Mucha massone a Rimini, per la Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia, anticipa quello di Roma, al Complesso del Vittoriano, in programma dal 15 aprile fino all’11 settembre di quest’anno. Nella mostra capitolina, organizzata dalla Mucha Foundation e dall’Artemisia Group, saranno esposte opere massoniche dell’artista in un corpus di 230 lavori curato da Tomoko Sato.
Nel foyer del Palacongressi di Rimini i riflettori saranno puntati su “Le Pater”, l’opera forse più intimistica di Alfons Mucha, in cui il simbolismo massonico appare evidente. “Le Pater” è la preghiera del Padre Nostro commentata e illustrata in un volume pubblicato a Parigi nel 1899, epoca dell’affermazione artistica di Mucha, in cui il maestro moravo traspone, nella invocazione al Padre celeste, tutto il suo idealismo e la sua ricerca spirituale con un messaggio profondo per il futuro. La pubblicazione esce l’anno dopo il suo ingresso in Massoneria di cui poi si fece promotore della rinascita in Cecoslovacchia, fondando nel 1919 a Praga la loggia “Jan Amos Komensky”. In seguito Mucha raggiunse la massima carica di Gran Maestro della Gran Loggia cecoslovacca e nel 1923 quella di Sovrano Gran Commendatore arrivando al vertice del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato. “Le Pater” non è la sua unica opera massonica – sicuramente la più importante anche se la meno conosciuta della sua intera produzione – perché negli anni seguenti l’artista creò numerosi gioielli, medaglie e diplomi di matrice liberomuratoria, oggi conservati nell’Alfons Mucha Museum di Praga. Significativo anche il libro da lui pubblicato nel 1925, Svobodné zednářství (Freemasonry), che celebra il 333esimo anniversario della nascita di Jan Amos Komenský (1592-1670), il fondatore spirituale della Gran Loggia ceca.
La mostra “Massoneria Art Nouveau” al Palacongressi di Rimini, oltre a celebrare il massone Mucha, ha una logica di ampio respiro perché, con le opere di vari artisti, riprodotte in una trentina di pannelli, abbraccia lo stile Liberty italiano, con il tipico stile floreale, lo Jugendstil tedesco e il Modermiso catalano senza trascurare la Secessione viennese o altre secessioni come Warszawska, Tarnów e Katowicka. Sarà un’occasione unica per il grande pubblico per avvicinarsi a opere poco conosciute dove tra le calde tonalità e le linee curve – cosiddette “a colpo di frusta” – proprie dell’Art Nouveau si confondono messaggi esoterici e simboli legati alla massoneria, visibili all’occhio di tutti senza che però l’osservatore comune possa comprendere.
Ingresso libero alla mostra dall’uno al tre aprile