Luca G. Manenti, Massoneria e irredentismo. Geografia dell’associazionismo patriottico in Italia tra Otto e Novecento, Irsml – Friuli Venezia Giulia. Il libro. Sulla scorta di una grande quantità di fonti recuperate nei principali archivi della penisola, questo studio offre un’esauriente mappatura del movimento irredentista tra Otto e Novecento, soffermandosi in particolare sui nessi allacciati dai patrioti con il Grande Oriente d’Italia. L’analisi del Circolo Garibaldi di Trieste restituisce la complessa rete di rapporti tra logge, comitati di reduci, leghe lavorative, società ginniche e di cremazione che strutturò lo spazio associativo del Regno. L’obiettivo di completare il Risorgimento con la conquista di Trento e Trieste funse da collante ideologico per gruppi eterogenei e individui di diversi orientamenti politici, cui la massoneria fornì basi logistiche, aiuti economici e una piattaforma valoriale di condivisione. Italiani e fuorusciti giuliani costituirono le tessere di questo intricato mosaico, scrupolosamente ricostruito nei suoi aspetti sociali, politici e culturali.
Dal testo. “A Milano e Torino gli irredentisti, allacciandosi al preesistente reticolo massonico e sulla scia di una tradizione di sostegno agli esuli giuliani risalente al Risorgimento, fondarono numerose società deputate all’accoglimento dei fuorusciti (sia club ricreativi all’apparenza apolitici, sia altri esplicitamente politicizzati). Nelle città prossime al confine austro-italiano essi dovettero invece mascherare con più cura i sottintesi patriottici delle organizzazioni cui prendevano parte, e, nel caso delle succursali lì sorte, eleggere un gruppo dirigente di facciata, formato da nomi che non suscitassero i sospetti delle autorità, diverso dal vero nucleo direttivo, che rimaneva segreto.
“Al Sud, con l’eccezione di Napoli il movimento sopravvisse stentatamente. I velenosi commenti di Lovisato e Vasconi su sardi e pugliesi testimoniano il contributo degli «irredenti» al veloce cristallizzarsi nell’Italia da poco unita, del mito negativo di una «questione meridionale» forse oggi ancora irrisolta. Per quanto riguarda il centro della penisola va segnalato, oltre all’attivismo delle sezioni fiorentina e bolognese, l’esito ambivalente del viaggio propagandistico di Timeus in Emilia Romagna e nelle Marche, che prova l’incompatibilità solo di facciata tra irredentismo e repubblicanesimo intransigente.”
L’autore. Luca G. Manenti ha conseguito il dottorato in storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Trieste. Svolge attività di ricerca sui temi dell’associazionismo, della massoneria e del nazionalismo nel contesto dell’Italia moderna. Tra le sue pubblicazioni si segnalano: “Tra azione politica e cultura esoterica. Massoneria e società segrete nell’Italia dell’800”, in “Prometeo”, n. 127, 2014, pp. 92-101; “Massoneria e società occulte a Trieste tra XVIII e XX secolo”, in “All’Oriente d’Italia. Le fondamenta segrete del rapporto fra Stato e Massoneria”, a cura di M. Rizzardini, A. Vento, Rubbettino, Soveria Mannelli 2013, pp. 227-257; “Massoneria italiana, ebraismo e movimento dei Giovani Turchi”, in “Rassegna Mensile di Israel”, n. 3, 2012, pp. 161-175.
Indice dell’opera. Parte I. I fondamenti – Capitolo primo. Premesse di metodo (1.1. Nascita, significato e sviluppi del lemma «irredentismo» – 1.2. Unità o espansione? Una periodizzazione dell’irredentismo – 1.3. Storiografia, fonti e obiettivi – 1.4. «Classe», «generazione», «rete». Il Circolo e gli strumenti dello storico) – Capitolo secondo. Le origini (2.1. I primi fondatori – 2.2. Il diario di prigionia di Raimondo Battera – 2.3. Gli esuli triestini tra irredentismo e massoneria – 2.4. Aurelio Saffi e la gioventù irredentista) – Parte II. Nord – Capitolo terzo. Lombardia (3.1. Milano. Le logge ambrosiane e il Circolo Garibaldi – 3.2. Crispi, Lemmi e l’irredentismo massonico – 3.3. Intransigenti e moderati – 3.4. Como e Brescia. Società ginniche, anticlericalismo e massoneria – 3.5. Pavia. Sotto le volte della Giuseppe Pedotti – 3.6. Mantova. Rocco Tamburlini dalla fuga via Ancona al Circolo mantovano) – Capitolo quarto. Liguria e Piemonte (4.1. Genova. Studenti ed emigrati nella città di Mazzini – 4.2. Da Spezia a Sestri. Un futuro dissidente – 4.3. Torino e Alessandria. Società di cremazione e circoli repubblicani) – Capitolo quinto. Veneto e Friuli (5.1. Venezia. Il Circolo in laguna e la Società Dante Alighieri – 5.2. Vicenza. Massoneria e radicalismo – 5.3. Chioggia. Irredentismo e socialismo – 5.4. Padova. Enrico Tedeschi, Ernesto Nathan e la questione dell’irredentismo – 5.5. Udine. Oberdan e il circuito massonico) – Parte III. Centro – Capitolo sesto. Emilia Romagna e Marche (6.1. Bologna. Il Circolo Garibaldi e la Società Giovanni Prati – 6.2. Parma. Studenti e professori al servizio della patria – 6.3. Da Ravenna a Sinigallia. Il tour propagandistico di Giovanni Timeus) – Capitolo settimo. Toscana e Lazio (7.1. Firenze. Il crogiolo irredentista: democratici e fascisti – 7.2. Filofrancesismo, repubblicanesimo radicale e pacifismo condizionato – 7.3. Volterra e Livorno. Socialisti e operai massoni per la causa irredentista – 7.4. Roma. Universitari e fuorusciti tra politica e giornalismo) – Parte IV. Sud – Capitolo ottavo. Campania e Puglia (8.1. Napoli. Una fucina di liberi muratori – 8.2. La crisi della sezione e il ruolo di Imbriani – 8.3. Bari e Rutigliano. Antimeridionalismo e patriottismo) – Capitolo nono. Isole (9.1. Sardegna. Domenico Lovisato: antislavo, antisemita, antimassone – 9.2. Sicilia. Poeti e scrittori per l’Italia) – Parte V. Al di là del confine – Capitolo decimo. Venezia Giulia (10.1. Trieste. Il Circolo Garibaldi e la loggia Alpi Giulie) – Note conclusive – Ringraziamenti – Abbreviazioni archivistiche – Glossario dei termini massonici – Indice dei nomi
Non e’ mai abbastanza per capire quanto la “Massoneria Italiana” siastata presente in tutti gli snodi storici piu’ importanti del nostro Paese e nei “Movimenti di Liberazione” nel Mondo.