Tre logge di Prato celebrano il 27 maggio centoquaranta anni di presenza della Massoneria nella città. Una storia che affonda le radici in un periodo di grandi impulsi e di nuovi valori, legati al processo di unità nazionale e all’avvento della democrazia nel paese, che coinvolsero anche la provincia pratese che, proprio in quegli anni, avviò il suo sviluppo. Decana delle logge è la “Intelligenza e Lavoro” (717), nata formalmente il 27 maggio 1876, che con la “Meoni e Mazzoni” (62) e la “Filippo Mazzei” (1184) costituiscono il Grande Oriente d’Italia a Prato.
Celebra l’anniversario il convegno pubblico “140 anni di Massoneria a Prato” che si svolgerà il 27 maggio – dalle ore 16:30 – nel Salone del Gonfalone del Palazzo della Provincia con la presenza del Gran Maestro Stefano Bisi. Saranno al centro dei lavori due figure illustri della storia cittadina con gli interventi di Guglielmo Adilardi su “Giuseppe Mazzoni, l’uomo, il politico e il massone” e di Andrea Giaconi che affronterà il tema “Giuseppe Meoni, l’antifascista e il massone”. Mazzoni e Meoni, uomini di epoche e profili diversi, sono parte della cultura democratica di Prato, ricordati anche dal Comune, per il 150esimo dell’unità d’Italia, con due belle schede biografiche nella serie di pratesi illustri del suo sito internet. Entrambi massoni, ebbero ruoli di massimo vertice e di responsabilità nell’istituzione massonica. Giuseppe Mazzoni, avvocato, politico, filantropo, fu Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia subito dopo l’unità e fino al 1880, anno della sua morte. Incarnò gli ideali democratici e mazziniani più puri raccontati nelle sue ‘Memorie’ di cui si è fatto interprete in un libro lo storico Adilardi che proprio in occasione del convegno presenterà il suo secondo volume. Giuseppe Meoni, brillante giornalista, giovane direttore del Messaggero negli anni della prima guerra mondiale, fu segretario della Fnsi (federazione nazionale stampa italiana) e – come ricorda spesso il Gran Maestro Stefano Bisi – firmò il primo contratto di lavoro dei giornalisti. Anch’egli democratico, repubblicano mazziniano, nel 1919 diventò Gran Maestro Aggiunto con il Gran Maestro Domizio Torrigiani (il cosiddetto ‘Gran Maestro martire’ nativo di Lamporecchio) e fu alla guida del Comitato coordinatore per la gestione dei beni del Grande Oriente d’Italia dopo la sospensione delle attività massoniche decretata da Torrigiani nel novembre del 1925 quando ormai la persecuzione governativa verso tutte le associazioni liberali, compresa la Massoneria, era in atto. Giuseppe Meoni fu convinto antifascista e subì prima l’arresto e poi la condanna al confino. Morì nel 1934 dopo aver trascorso gli ultimi anni come un prigioniero in casa propria, privato del lavoro e quasi di ogni contatto col mondo e oggetto di continue intimidazioni.
Durante il convegno sarà consegnata una borsa di studio alla scuola media G. B. Mazzoni per aver svolto elaborati su “I doveri dell’uomo, i diritti del mondo”, tema generale della Gran Loggia 2016 realizzata dal Grande Oriente a Rimini lo scorso aprile.
In apertura dei lavori porteranno saluti i maestri venerabili delle tre logge pratesi, Massimo Taiti della Meoni e Mazzoni, Lorenzo Lecchini Giovannoni della Filippo Mazzei e Piero Riccomini della Intelligenza e Lavoro; il Gran Maestro Onorario Massimo Bianchi, il presidente circoscrizionale della Toscana Francesco Borgognoni; Matteo Biffoni, sindaco di Prato e presidente della Provincia. Le conclusioni del convegno sono state affidate al Gran Maestro Stefano Bisi.
In queste celebrazioni della Massoneria pratese del Grande Oriente, è importante evidenziare anche un altro personaggio simbolo del territorio di cui una loggia citata porta il nome. Parliamo di Filippo Mazzei del quale si celebra quest’anno il bicentenario della morte. Poggio Caiano, che gli diede i natali, lo ha celebrato dal 12 al 15 maggio, con una serie di iniziative culturali ricordandolo come “il toscano che esportò in America Illuminismo e Made in Italy“. Mazzei, partito nel 1775 per l’America con un bastimento carico di prodotti toscani per trapiantare i sapori della sua terra oltreoceano, finirà sulla scena della Rivoluzione americana e di quella francese diventando amico di Jefferson e Washington. Finì i suoi anni a Pisa che dal 25 maggio al 31 ottobre gli dedica, presso l’Archivio di Stato, la mostra “Filippo Mazzei tra Europa e America negli anni delle Rivoluzioni. Il suo ritiro a Pisa“.
La Gazzetta di Firenze