Le logge Acacia Magistri Cumacini (1190) di Como e Rosa Commacina (1201) di Cernobbio, insieme a esponenti di logge milanesi e i rispettivi amici e familiari, si sono recate il 22 maggio in visita guidata alla sinagoga centrale di Milano in via Guastalla.
Il centro di culto milanese è considerato nella storia della comunità ebraica locale – e nella più ampia compagine nazionale – il simbolo dell’emancipazione degli ebrei a Milano che solo dopo l’unità d’Italia poterono ampliare la loro presenza cittadina ed esprimere il loro spirito e la loro cultura. Prima di allora, nella città dei Visconti e degli Sforza, potevano risiedere solo per affari e per non più di tre giorni. Dal 1866, anno in cui è fissata ufficialmente la nascita della comunità milanese, gli ebrei continuarono a crescere e nel 1892 fu inaugurata in via Guastalla la sinagoga che diventò un centro importante di aggregazione e di impegno soprattutto durante il periodo delle leggi razziali e della Shoah. Distrutto nell’agosto del 1943 da un bombardamento il Tempio fu poi ricostruito ricalcando il perimetro del vecchio edificio ma con materiali e forme moderne.
La storia della comunità a Milano – e in Italia – è stata raccontata al gruppo del Grande Oriente da un giovane esponente della comunità ebraica che, insieme ad altri, ha accolto i visitatori accompagnandoli all’interno del Tempio. A loro si è poi unito il Rabbino che ha illustrato le peculiarità della fede giudaica rispondendo a numerose domande. Si è parlato di Dio e religioni, di storia, di diversità e affinità culturali affrontando temi di grandi attualità, quali il dialogo e il confronto tra le genti oggi necessari per la condivisione dei valori che devono accomunare gli uomini ovunque e nelle loro diverse espressioni.
La visita culturale non poteva essere completa senza la degustazione di tipici piatti della cucina kasher, cosa che i Fratelli del Grande Oriente, con i loro amici e parenti, hanno fatto conoscendo in questo modo le tradizioni alimentari ebraiche che, com’è noto, sono regolate da una serie di prescrizioni tratte per lo più da fonti bibliche e che rappresentano una pratica imprescindibile della vita religiosa e un vero e proprio sistema di vita ebraica.