Sul palco accanto al Gran Maestro il medico di Lampedusa Pietro Bartolo, il giovanissimo Domenico Buccafurri, l’imprenditore elbano Fabio Murzi, e i giuristi Omar Chessa e Marco Ventura per parlare dell’Italia a 70 anni dalla nascita
“Per l’Italia, per la Repubblica”, un’occasione per dialogare sui nostri tempi con l’idea di un futuro di società aperta, libera da confini fisici e ideali. Questo il tema che il Grande Oriente d’Italia ha scelto per il dibattito che ha dato il via ai tradizionali festeggiamenti del XX Settembre, che sono state dedicati ai 70 anni della nostra democrazia, un anniversario che il Grande Oriente d’Italia ha celebrato in questi mesi con una serie di manifestazioni, che hanno coinvolto numerose logge in tutto il paese. Sul palco allestito nel giardino del Vascello non solo storici e giuristi, come Omar Chessa, costituzionalista dell’Università di Sassari, e Marco Ventura, docente di diritto canonico, diritto ecclesiastico e diritto e Islam all’Università di Siena, ma anche esponenti della società civile, impegnati sul fronte delle grandi emergenze della nostra epoca come Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa in prima linea nell’assistenza e nella cura dei migranti, noto anche per il ruolo di protagonista in “Fuocoammare”, nel film documentario di Gianfranco Rosi vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino; l’imprenditore Fabio Murzi, uno dei titolari di ‘Acqua dell’Elba’, un brand divenuto famoso in tutto il mondo nato dalla passione e dal coraggio. Ma se il racconto degli sbarchi a Lampedusa del dottor Bartolo, ha colpito il cuore di tutti, a commuovere è stato anche, per la giovanissima età e la straordinaria preparazione, Domenico Buccafurri, quattordicenne di Reggio Calabria, tra i vincitori della decima edizione della Borsa di Studio “Giuseppe Logoteta” bandita dall’omonima loggia reggina del Grande Oriente d’Italia. Domenico, ci ha portato il suo pensiero, ci ha raccontato quali sono i suoi desideri e le sue aspirazioni in questo mondo di grandi cambiamenti e ha letto una sua poesia, un magnifico inno alla vita e alla speranza di farcela, di realizzare grandi sogni . L’incontro, moderato dal giornalista Claudio Giomini, è stato concluso dal Gran Maestro Stefano Bisi, che ha consegnato al dottor Bartolo la Galielo Galilei, la massima onorificenza che il Goi attribuisce ai non massoni.
Il messaggio del professor Francesco Pizzetti
Tanti i telegrammi e i messaggi di auguri e di apprezzamento per le iniziative messe in campo in questa occasione arrivati al Grande Oriente d’Italia in coincidenza delle celebrazioni del XX Settembre. Tra tutti colpiscono in particolare le parole riservate alla Massoneria dal professor Francesco Pizzetti, ordinario di diritto costituzionale all’Università di Torino, già presidente dell’ Autorità Garante della Privacy, che ha sottolineato il ruolo svolto dal Goi nella storia del nostro Paese e messo in risalto il contributo della Libera Muratoria “nel periodo risorgimentale e anche nel corso della Repubblica”, ma in particolare “durante la sua fase costituente”. “Del resto – si legge – non possono sfuggire a un costituzionalista le tante affinità esistenti fra i principi proclamati nella Costituzione della Repubblica romana del 1849 e quelli contenuti nei principi della nostra Costituzione repubblicana. Credo anzi che sarebbe assai utile a tutti, e in particolare agli studiosi delle materie costituzionalistiche, tanto più se non partecipi delle vostre tradizioni, valorizzare queste affinità. Gioverebbe per comprendere meglio quanto importante sia stato il ruolo svolto nell’Assemblea costituente da quanti si richiamavano anche alle vostre autentiche tradizioni, a partire, credo, dal Presidente della Commissione dei 75 Meuccio Ruini, sia per dare una lettura sempre più ampia, completa e condivisa della fondazione della nostra Repubblica”.
Il ricordo di Ciampi
Prima degli interventi, è salito sul palco il Gran Maestro Onorario Massimo Bianchi, che ha ricordato il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, scomparso il 16 settembre a Roma. Ciampi, di famiglia livornese, ha raccontato Bianchi, che di Livorno è stato anche vicesindaco, veniva spesso in città. E andava a trovare suo fratello, proprietario di un negozio di Ottica, che si trova proprio vicino alla casa massonica di via Ricasoli, 70. Ci si conosceva, ci si incontrava inevitabilmente e ci si fermava a parlare. E’ di qui che è nata l’inossidabile “leggenda metropolitana” di Ciampi massone. Ciampi, ha ricordato poi il Gran Maestro Stefani Bisi, “per i liberi muratori e’ stato un grande uomo al servizio del suo Paese”, un uomo che ha ridato a tutti gli italiani l’orgoglio di essere italiani, rilanciando l’idea di patria, in un momento in cui farlo era poco popolare, facendo onorare nel modo giusto la parata del 2 giugno, l’inno nazionale e altri simboli che erano stati un po’ trascurati da un Paese che spesso dimentica la propria Storia.
Omar Chessa, la grande eredità della Costituzione mazziniana
Libertà, uguaglianza, fraternità, sono i tre valori chiave, ha sottolineato Chessa, che innervano la Costituzione del 1849, che rimase in vigore durante la breve e straordinaria esperienza della Repubblica Roma. Tre valori che, nel loro essere elementi portanti cementati insieme nella carta mazziniana dall’idea di solidarietà, si ritrovano nella Costituzione del 1948, con qualcosa in più, ossia quell’idea dello stato che deve farsi garante del pieno sviluppo della persona, espressa dall’art.3 che recita così: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,economica e sociale del Paese”.
Fabio Murzi, la forza del coraggio
Fabio Murzi ha raccontato la realizzazione di un sogno. Un sogno ispirato dal mare che lui, insieme ad alcuni amici, è riuscito a realizzare superando insormontabili ostacoli. E’ la storia di Acqua dell’Elba, che oggi è un’impresa che dà lavoro a tantissima gente. Un marchio che è diventata un’eccellenza del made in Italy nel mondo. Un successo conseguito con la forza del coraggio.
Pietro Bartolo, il medico in prima linea a Lampedusa
Ha colpito al cuore tutti Pietro Bartolo, ha commosso il pubblico. E di certo le sue parole hanno anche contribuito a scardinare reconditi residui di pregiudizio. Il suo racconto degli sbarchi di Lampedusa, degli uomini, delle donne, dei bambini in fuga dalle guerre e dalla fame, che ogni giorno il mare porta in Italia, le foto, il filmato che ha mostrato hanno messo tutti di fronte ad una delle più drammatiche realtà della nostra epoca. Con crudezza e umanità. Da 25 anni in prima linea come medico a portare soccorso a chi sbarca a Lampedusa, Bartolo ha parlato della morte ma è anche riuscito a comunicare quella gioia straordinaria che prova chi riesce a salvare la vita di qualcuno. “Non chiamateli clandestini”, ha detto il medico. Sono persone che cercano una via di salvezza dagli orrori dei conflitti e della carestie. Una via di salvezza che non sempre riescono a trovare. “A pagare più di tutti – ha sottolineato – sono le donne, che subiscono durante i loro viaggi della speranza inaudite violenze e stupri, anche stupri di gruppo”. E sono ancora le donne ad essere quelle più colpite da una nuova implacabile patologia, la malattia del gommone. “Costrette a rimanere sedute per terra sulle fragili imbarcazioni, a bordo delle quali vengono caricate taniche di carburante, senza dispositivi di sicurezza, si bagnano di acqua di mare mista a residui di benzina, un mix letale, che non perdona. “Un mix che uccide – ha spiegato Bartolo- che provoca ustioni deturpanti, spesso incurabili”. Una umanità sofferente, che dobbiamo sapere accogliere, e alla quale dobbiamo restituire la speranza, non sottovalutando o addirittura negando le responsabilità in nome del dialogo.
Marco Ventura, le religioni tra le cause del dissesto globale
Anche le religioni sono all’origine del dissesto globale al quale stiamo assistendo. Lo ha sottolineato il professor Ventura nel suo intervento, sottolineando i successi che sono stati segnati invece in passato su questo fronte nel nostro paese: il diritto alla libertà di culto, sancito nella Costituzione; la fine dello Stato cattolico decretata dal secondo concordato; il trionfo del principio di laicità supportato da alcune sentenze della corte costituzionale. Questo ieri. Oggi invece, ha detto Ventura, dobbiamo fronteggiare nuove sfide e prepararci ad affrontarne altre nel futuro. E la sfida di tutte le sfide è costituita dalle mille sfaccettature che ormai caratterizzano le varie religioni. Ma anche e soprattutto dall’Islam radicale. Cosa fare? Non solo sono necessarie delle regole, da riscrivere anche per quanto riguarda altre religioni, lo stesso cristianesimo, ma anche, ha detto Ventura, è molto importante interagire con i diversi culti dal punto di vista sociale, culturale , economico, oltre che dal punto di vista umanitario
Domenico Buccafurri, la mia Breccia di Porta Pia
Ha 14 anni Domenico Buccafurri e la vita lo ha già messo alla prova. Ma lui è riuscito a prenderla in mano, con la sua mano di ragazzino, e a trasformarla con la sua intelligenza, con il suo pensiero libero di adolescente e il suo coraggio, in qualcosa di bello e luminoso. “Nella mia vita ho sempre cercato di affrontare tutto con lo spirito della crescita e dell’impegno. So che mi devo impegnare di più. Ma questo non mi deve scoraggiare. So che devo andare avanti senza timore. Se penso al mio passato, a ciò che sono riuscito a fare e conquistare mi sento forte e sento il coraggio per affrontare nuove sfide”, ha detto. E Domenico è davvero coraggioso e forte, intenzionato a scrivere giorno per giorno la sua storia, la storia di un ragazzo straordinario, che vuole realizzare, i suoi desideri e superare ogni difficoltà. “Mi rimarrà sempre nella memoria un giorno fantastico di qualche anno fa – ha raccontato – avevo otto anni e tra le altre cose la passione per il calcio. Così due volte a settimana mi recavo sempre agli allenamenti. Sempre con costante dedizione e impegno. I miei amici e i miei compagni correvano più di me, ma io ce la mettevo tutta e riuscivo a partecipare al gioco. Poi arrivò il giorno del torneo, che si svolgeva in trasferta a Policoro. Un’emozione grandissima e di partita in partita mi sentivo sempre più veloce. Ma nella partita più importante ricordo che è accaduta una cosa davvero grande per me. La palla prese a campanile la mia direzione. Mi trovavo davanti al portiere ed io con un magico colpo di testa riuscii a fare gol. Questa fu la mia breccia di Porta Pia”. La dimostrazione che i sogni si possono avverare. “E i miei sogni si avvereranno. Trovo splendido di fare parte di una squadra con la quale sono sicuro che vinceremo il torneo, la squadra di tutte le persone che mi vogliono bene e che ogni giorno mi incoraggiano a fare sempre meglio” . Intanto, “un obbiettivo mi affascina, è quello del sapere della cultura, che dà potere a chi non ce l’ha, che rende le persone uguali e dà la forza di realizzare i sogni”. Le sue parole hanno commosso il pubblico come la poesia che ha letto al termine del suo intervento, quella poesia con la quale ha vinto la decima edizione della Borsa di Studio “Giuseppe Logoteta” bandita dall’omonima loggia reggina del Grande Oriente d’Italia.