Domenico Mondelli è stato a livello mondiale, il primo aviatore militare di colore. Un primato che l’Italia non ha mai rivendicato, forse per non dover anche ricordare che, proprio questo giovane ufficiale, dopo aver combattuto in Libia e nella Grande Guerra, era stato discriminato dal fascismo che non accettava l’idea che un militare italiano nero potesse comandare un militare italiano bianco. La sua carriera riprese dopo la seconda guerra mondiale, come anche la sua attività libero muratoria era iniziata poco prima della Grande Guerra e si è interrotta durante la dittatura. Mondelli era entrato Massoneria nel 1912 nella Loggia Stretta Osservanza di Palermo e nel 1919 aveva raggiunto il grado di Maestro Libero Muratore. Nel secondo dopoguerra lo ritroviamo iscritto in una loggia di Roma, la “Spartaco” sempre del Grande Oriente d’Italia. Nel 1956 fu insignito del 33esimo grado del Rito Scozzese Antico Accetto al quale aveva aderito prima dell’ascesa fascista. A raccontare la sua storia in un libro intitolato “Il Generale nero. Domenico Mondelli: bersagliere, aviatore e ardito” (Odradek Edizioni) è Mauro Valeri, sociologo e psicoterapeuta, esperto di diversità culturali e attivista antirazzista. Il volume è stato presentanto anche a Rimini durante la scorsa Gran Loggia. Il 4 gennaio l’Avvenire ha dedicato al saggio un articolo a firma di Lorenzo Fazzini. Leggi