Il Grande Oriente ricorda Ariodante Fabretti (1 ottobre 1816- 15 settembre 1894), massone, patriota, storico e politico, di cui ricorrono i 200 anni dalla nascita, con un convegno organizzato dal Collegio dell’Umbria, che si terrà il 20 gennaio nella sala dei Notari. L’evento, che ha ottenuto il patrocinio delle massime autorità politiche e culturali della regione, sarà presieduto dal professor Mario Bellucci. Introdurrà i lavori il presidente circoscrizionale Nicola Castiglione. Dopo i saluti, interverranno lo storico Sergio Bellezza, che parlerà dell’appartenenza di Fabretti alla Libera Muratoria e dei suoi ideali risorgimentali; lo storico Franco Bozzi, che approfondirà i suoi rapporti con la città e i fermenti democratici di cui fu protagonista; il professor Gian Biagio Furiozzi dell’Ateneo cittadino, che ne inquadrerà la figura nel ruolo che ricoprì di presidente della Società dell’Emigrazione italiana; il prof. Marco Cauda che si occuperà dell’intensa attività politica che svolse; l’archivista Gianluca D’Elia Accica, che ne ricorderà le battaglie per il diritto alla cremazione e Serena Innamorati, della Biblioteca comunale Augusta.
Scheda
Ariodante Fabretti (1 ottobre 1816- 15 settembre 1894), venne iniziato alla Massoneria nel 1840 nelle Loggia “La Fermezza” di Perugia. Fu eletto nella Giunta del Grande Oriente d’Italia il 21 giugno 1867 e nel 1873-1874 fu membro della Loggia “Dante Alighieri” di Torino, di cui nel 1882-1883 fu Maestro Venerabile. Nel 1875 venne nominato membro del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato e nel 1881 fu tra i fondatori della Loggia “Francesco Guardabassi” di Perugia. Si battè per la libertà e l’unità d’Italia e partecipò alla nascita della Repubblica romana del 1849. Nel 1860 ottenne la nomina a professore di archeologia all’Università di Torino, dal 1871 al 1893 fu direttore del Museo Egizio di Torino, collaborando con l’egittologo Francesco Rossi. Nel 1876 divenne socio emerito dell’Accademia dei Lincei. Fondò la Società per la cremazione nel 1883, propugnando la necessità di questa pratica post mortem, mantenendone la presidenza fino al 1894. Nel frattempo fu anche nominato senatore del Regno d’Italia nel 1889, restando in carica fino alla morte. Morì nella sua abitazione di Monteu da Po in seguito, probabilmente, a colpo apoplettico. Secondo le sue precise volontà testamentarie venne cremato e le ceneri riportate, con degni onori, a Perugia, mentre il suo patrimonio librario e manoscritto venne donato alla Biblioteca Augusta del Comune di Perugia.