Partecipato appuntamento alla Sala dei Notari di Perugia che venerdì scorso ha ospitato il convegno in onore di Ariodante Fabretti, per celebrare il bicentenario della sua nascita, organizzato dal Grande Oriente d’Italia con il patrocinio del comune di Perugia. Incontro presieduto dal professor Mario Bellucci e che ha visto gli interventi di diversi relatori, preceduti dalle parole del sindaco Andrea Romizi. Il primo cittadino si è detto onorato di poter essere presente a questo incontro per celebrare una figura così poliedrica e importante per il risorgimento italiano. Subito dopo ha proseguito con la presentazione dell’evento Luca Nicola Castiglione, presidente del Collegio dei Maestri venerabili dell`Umbria, che ci ha tenuto a ricordare come l’appuntamento non fosse semplicemente un convegno celebrativo ma anche la dimostrazione del vincolo che ha sempre legato e continua a legare la massoneria alla società moderna e per sottolinearlo hanno appunto scelto Ariodante Fabretti, personalità dalle mille sfaccettature ma soprattutto filantropo e massone; un uomo con libertà di pensiero e sempre alla ricerca della verità. Tutti i relatori hanno dato un contributo nel presentare una figura cosi eclettica, il primo ad iniziare è Sergio Bellezza che presenta “Fabretti patriota e massone”, tema che gli permette di riassumere i tratti di un uomo che con onestà morale e coerenza politica ha costituito e costituisce motivo di vanto per Perugia, l’Italia e l`istituzione. Segue l’intervento di Elena Ferraris sul tema “Fabretti e il museo egizio”, dove ci presenta il costante impegno che Ariodante Fabretti mise per lo sviluppo del museo diventandone anche il secondo assistente. “Fabretti e i fermenti democratici a Perugia” è invece il tema analizzato da Franco Bozzi che fa conoscere quindi i suoi primi contatti, con la sua grande passione: la politica. E a coinvolgerlo più direttamente furono proprio i tafferugli di Perugia dell’8 maggio 1833. Molto interessante anche il “Fabretti presidente della Società dell`Emigrazione Italiana” presentato da Furiozzi, che parla dell’importanza di questa società sia per Torino, dove Fabretti visse per quarant’anni, sia per l’Italia intera, visto che prima di essa tutti gli esuli si dividevano per provenienza e non erano riuniti in una vera e propria società di mutuo soccorso sul tipo di quelle che proprio in questo periodo si venivano costituendo, soprattutto in Piemonte. Arrivato direttamente da Torino il professor Cauda presenta il “Fabretti politico” cercando di analizzarlo attraverso la sua azione filantropica che ha caratterizzato tutta la sua vita. Il penultimo intervento è quello del dottor Accica che parla di “Fabretti e la cremazione” perché fu una figura fondamentale per la diffusione della pratica crematoria in Piemonte e in tutto il Paese. A concludere il convegno la dottoressa Innamorati della biblioteca Augusta di Perugia che parla del “fondo Fabretti” donato appunto alla suddetta biblioteca.
Norma Judith Pagiotti
Fonte: Corriere dell’Umbria