La Giornata della Memoria certo è un giusto ricordo di una tragedia immensa. Potrebbe servire anche per un ampliamento di tale memoria. Vorrei che fosse ricordato anche un livornese, medico, professore universitario, di religione ebraica, che dopo aver creata in Argentina la rete per assistere i nostri emigranti, per non sottostare al fascismo fu costretto avi vere venti anni in esilio in Francia dove morì poche ore prima che la Gestapo lo catturasse. Si chiamava Alessandro Tedeschi, ne esiste un busto nella Villa Fabbricotti donato al Comune (sindaco Cosimi). Purtroppo per lui oltre a essere antifascista e ebreo era anche massone. Fu Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia nell’esilio e partecipò alla Concentrazione antifascista e alla Lega dei Diritti dell’Uomo. Naturalmente gli “storici di corte” o non lo sanno o omettono perché dei massoni si deve per forza parlar male. Facciamo notizia solo in negativo. Pensare invece quanti “eroi” della 25a ora vengono infilati nelle celebrazioni da chi mette “le mutande” alla Storia. La non-memoria da noi ha colpito anche Carlo Azeglio Ciampi, grande italiano e fedele servitore della Repubblica. La grave decisione del consiglio comunale conferma una mia convinzione. Chi onora Livorno fuori dei confini del Calambrone e di Quercianella è destinato ad essere disconosciuto. È avvenuto in passato e gli attuali amministratori municipali non si discostano da questa deprecabile tradizione, non rendendosi conto della brutta figura che ci fanno fare di fronte a Comuni e Nazioni che onorano il presidente. Questa brutta pagina mi ha ricordato che nel novembre del 1920 i livornesi elessero un sindaco socialista Uberto Mondolfi, dimessosi ed esiliato dalla violenza fascista, e nel dicembre del 1923 il Consiglio Comunale votò la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. La maggioranza consiliare che ha negato il doveroso omaggio a Ciampi ricordi che il giudizio della Storia, magari in ritardo, ma arriva. Massimo Bianchi