Tra il settembre 1943 e la primavera del 1945 in Venezia Giulia e Dalmazia migliaia di oppositori al regime di Tito vennero fatti sparire: molti furono deportati e non fecero mai ritorno alle loro case, altri -più di cinquemila- furono massacrati e gettati, spesso ancora in vita, in profonde voragini carsiche: le foibe.
Quello che accadde sul confine orientale e che a lungo è stato taciuto e rimosso, l’Italia lo ricorda il 10 febbraio di ogni anno dal 2004. E lo ricorda anche il Grande Oriente d’Italia.Si tratta di una pagina della nostra storia atroce e incancellabile, che abbiamo il dovere di non dimenticare proprio come abbiamo il dovere di non dimenticare l’ineguagliabile tragedia della Shoah.
“La Massoneria – soittolinea il Gran Maerstro Stefano Bisi- considera essenziali la memoria della storia e l’impegno della verità e si è sempre battuta e continuerà a farlo contro ogni totalitarismo, odio etnico, intolleranza, e a schierarsi dalla parte di tutte quante le vittime, senza distinzioni e colori, della furia sanguinaria del buio della ragione”.