“Le schedature di chiunque sono un pericolo per la democrazia. I primi a essere schedati sono stati i massoni”. Con queste parole Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (la più importante comunione massonica del Paese, con 23 mila aderenti) si pronuncia contro il “censimento” di rom e sinti annunciato dal ministro Salvini, e fa un paragone con le leggi fasciste, che iniziarono vietando la massoneria per poi arrivare a chiudere tutte le altre associazioni e i partiti contrari al regime.