“In un angolo del tempio, seduto nella sua sedia, guardando il simbolo del delta luminoso, un triste e vecchio Maestro piangeva. Dai suoi occhi diverse lacrime scendevano per il viso. Senza sapere perchè le contai: erano sette…” Sono le prime parole de “Le Sette Lacrime Di Un Vecchio Maestro Massone” , breve racconto conosciuto da tutti i fratelli e che racchiude in sé il senso del della comunità, del ruolo del maestro venerabile e del suo rapporto con la propria officina. La loggia Giuseppe Garibaldi all’Oriente di Nuoro ha voluto fissare queste parole in un oggetto unico, un’opera d’arte donata al Collegio della Sardegna. La consegna al presidente Giancarlo Caddeo è avvenuta nel corso della tornata a logge riunite che si è tenuta a Cagliari lo scorso 3 giugno alla presenza del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi e dei componenti della Giunta del Grande Oriente d’Italia. Antonio Fancello, fratello della Garibaldi da oltre quarant’anni, si è preoccupato di scegliere il giusto dono: a creare l’opera d’arte è stato Giovanni Cucca, artista molto conosciuto per la sua capacità di “decorare” il legno con frasi, poesie, testi sacri e profani. Anche la scelta del ceppo di legno non è stata casuale: si tratta di un pezzo di ginepro di oltre 400 anni, trovato tra i resti di un incendio, fenomeno e piaga tristemente conosciuta in Sardegna. Il ginepro, simbolo di purezza, albero dal profumo forte e intenso e dalle antiche proprietà mediche, nelle mani esperte di Cucca è diventato un oggetto prezioso e unico. Ora l’opera è esposta a Palazzo Sanjust dove potrà essere ammirata dai visitatori e dai fratelli che partecipano alle tornate rituali: “Che queste lacrime – si conclude il racconto – servano, caro e amato fratello, a tutti i fratelli vanitosi che non sanno cosa sia il rispetto e che dimenticano che esistono fratelli bisognosi di carità e tanta gente nel mondo che aspira ad un uguale pareggio materiale e spirituale…”