Le purghe gUleniste contro i massoni Perché la legge siciliana and massoneria è pericolosa e liberticida La massofobia è trasversale, non è materia solo per i complottisti a cinque stelle. La commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana ha appena approvato il disegno di legge, a firma di Claudio Fava, che obbliga i deputati e gli assessori regionali a dichiarare le affiliazioni a logge massoniche. E’ la prima legge del genere a livello regionale in Italia: “Questo voto dice Fava, presidente della commissione regionale Antimafia segna un importante passo avanti nella direzione della trasparenza istituzionale”. Dietro la sbandierata “trasparenza istituzionale” si cela, in realtà, la solita caccia alle streghe contro la massoneria, già entrata insieme a corruttori e mafiosi nel “contratto di governo” tra Lega e M5s, senza peraltro che il presidente della Repubblica che lo ha letto abbia avuto nulla da obiettare. Per la prima volta, con quel contratto, viene ufficializzata e accolta l’esclusione dagli incarichi pubblici per gli appartenenti a un’associazione. Per la prima volta, con la norma siciliana, questa forma di discriminazione diventa legge. Sarà che i massoni non stanno simpatici a molti, e ci saranno anche le giuste motivazioni, ma è sorprendente che non si sia levata una singola voce a parte quella dei diretti interessati, ovviamente contro comportamenti e atti discriminatori e anticostituzionali. Il paragone è un po’ esagerato, ma la logica è la stessa applicata in Turchia da Erdogan nelle purghe contro i giilenisti. Se la massoneria è considerata pericolosa o criminogena, una specie di associazione a delinquere, che venga messa fuori legge. Ma fino ad allora l’appartenenza alle associazioni massoniche non può essere trattata diversamente rispetto a quella di qualsiasi altra associazione o circolo.