Nell’ambito delle manifestazioni del XX Settembre anche una mostra dal titolo “Il cielo stellato sopra di me” che verrà inaugurata giorno 21 alle ore 11,30 dedicata ad un antico e prezioso strumento simbolo della capacità creativa e della sete di conoscenza dell’uomo: l’astrolabio. Per l’occasione verrà esposto al Vascello un esemplare unico in Italia risalente al XIV secolo, attribuito a Jean Fusoris (1365-1436) – in tutto il mondo ne sono stati censiti 22 – e proveniente dalla collezione aretina di Fausto Casi, che ne ricostruirà la storia.
Il sofisticato apparecchio “acchiappastelle” (questo il significato della parola che viene dal greco astron lambano – utilizzato dal X secolo circa al XVII-XVIII secolo – ha consentito ai più grandi astronomi di tutte le epoche di scrutare il cielo e misurare le distanze terrestri sia angolari che lineari. Noto in forma rudimentale già nella Grecia del II Secolo a.C., e conosciuto anche con il nome di macchina di Anticitera, dall’isola dove ne venne ritrovato un esemplare. Dall’Ellade si diffuse prima ad Alessandria d’Egitto, grazie al matematico Teone e qui venne perfezionato dall’astronoma e filosofa Ipazia, e poi nel mondo arabo, dove gli astrolabi furono fabbricati per calcolare il tempo dell’alba o del tramonto delle cosiddette “stelle fisse”, al fine di poter eseguire appropriatamente le preghiere islamiche canoniche della giornata. Poi attraverso il mondo ispano-moresco, si diffuse in occidente, dove riscosse grande fortuna.