Incontro con il rabbino di Roma a Casa Nathan. Il Gran Maestro: “Dobbiamo combattere i rinascenti razzismi”. Di Segni: “Abbiamo valori comuni da difendere”

Il Gran Maestro Stefano Bisi, insieme ai Fratelli della Comunione laziale, l’8 gennaio scorso  ha ricevuto  a Casa Nathan il Rabbino capo della Comunità israelitica della capitale, Riccardo Di Segni. Tantissimi i fratelli presenti  all’evento, il primo del genere a svolgersi nel tempio della Casa romana del Grande Oriente intitolata a Ernesto Nathan, ebreo, fratello e sindaco di Roma  e che, come è stato rammentato va ad aggiungersi alle numerose iniziative sul rapporto tra Libera Muratoria e religioni, organizzate dalla Comunione nell’obiettivo di promuovere il dialogo e la tolleranza,  soprattutto in un momento come quello attuale caratterizzato da rinascenti razzismi e pericolosi populismi.

Un incontro,  che Bisi ha voluto dedicare a Nedo Fiano, Gran Maestro Onorario del Goi, e a Liliana Segre, senatrice a vita, entrambi sopravvissuti alla tragedia dell’Olocausto . “Due persone importanti  per la nostra amata patria”, ha sottolineato ricordando di Fiano l’instancabile impegno profuso  per far capire, soprattutto ai giovani, attraverso la sua testimonianza, quello che è accaduto  durante fascismo e nazismo; e della senatrice Segre la proposta di cancellare la parola razza dalla Costituzione. Una proposta, ha riferito il Gran Maestro, in sintonia con la scelta del Grande Oriente di eliminare quell’atroce termine dal proprio ordinamento. Decisione che è stata ufficializzata durante la scorsa Gran Loggia di Rimini. Un piccolo segnale, un piccolo gesto, ma di grande forza simbolica. “La storia di Nedo Fiano e Liliana Segre –ha aggiunto Bisi- deve essere di monito per tutti noi contro i rinascenti razzismi”.

A fare gli onori di casa e a dar via all’evento, il presidente del Collegio del Lazio Carlo Ricotti, che ha ricostruito la storia  dei rapporti tra le comunità ebraiche del nostro paese e la Massoneria italiana. Una storia nobile che risale alla  Prima guerra di Indipendenza, agli albori del Risorgimento, e che affonda le sue radici nella lotta comune per la libertà politica, l’unità della nazione e i diritti di cittadinanza.  E’ allora, ha sottolineato Ricotti  – annunciando per il 9 febbraio un convegno sulla Repubblica Romana del 1849 al quale ha invitato il rabbino- che nasce “quel vincolo di fratellanza ideale tra ebrei e massoni”, che poi saranno entrambi, durante gli anni degli autoritarismi e delle dittature,  “oggetto di discriminazione, leggende nere, persecuzione politica e religiosa”. Nel corso del suo intervento il presidente del Collegio, nel ricordare  i 21 massoni che furono insieme a tanti ebrei massacrati alle Fosse Ardeatine, ha annunciato la decisione dell’assemblea dei Maestri Venerabili del Lazio di deliberare uno speciale contributo per il riposizionamento delle pietre di inciampo, le piastre di ottone poste nel selciato stradale di tante città a memoria delle vittime del  nazi-fascismo, e che a Roma  sono state recentemente oggetto di atti vandalici, e ha rivolto un appello  alla comunità ebraica affinché  una nuova “pietra” venga  alla  memoria dell’ebreo e massone Carlo Zaccagnini, medaglia d’oro della Resistenza, rinchiuso in via Tasso, torturato e poi trucidato dai nazisti.

Una batteria di applausi ha dato il benvenuto al  rabbino  “Vi ringrazio –ha esordito Di Segni- per questo grande onore che mi viene fatto nell’essere accolto con tanta attenzione da tutti voi in questo luogo così importante, dove rivedo anche tanti colleghi e amici. Mi sono avvicinato alla conoscenza della Massoneria per una storia famigliare a molti di voi nota più di quanto lo sia da parte mia. Sospettavo –ha raccontato- una affiliazione di mio padre.  Ma a quell’epoca non sapevo neppure cosa fosse e cercavo nei libri. Ed è così che ho scoperto una prima affinità tra Ebraismo e Libera Muratoria”. Affinità nel senso di omissione, ha detto, sottolineando come la storia dedichi a entrambe queste due grandi realtà pochissimo spazio. C’è un tabu informativo, ha osservato,  che ci accomuna e che ha generato l’idea del complotto giudaico massonico, anche recentemente evocato da un intervento giornalistico dopo l’uscita della notizia di quest’incontro. Un’idea, ripresa dal fascismo, ma che in realtà, ha riferito il rabbino,  si sviluppò durante la seconda metà dell’Ottocento in seno alla Chiesa cattolica, che rappresentava l’anima e la giustificazione dell’antico regime in un’epoca in cui si andavano affermando, dopo le rivoluzioni della fine del ‘700, movimenti di libertà e di emancipazione.  Fu così, ha osservato Di Segni, che la Massoneria venne raccontata come figlia dell’Ebraismo. “E l’organo che ha contribuito maggiormente a stabilire l’associazione tra queste due realtà e ad alimentare l’opposizione nei loro confronti di è stata La civiltà cattolica, il giornale dei gesuiti, che in qualche modo rappresentava anche il pensiero ufficiale del pontefice che ne correggeva le bozze”, ha spiegato Di Segni, ricostruendo il clima dell’epoca  citando Giuseppe Oreglia, che era il direttore della testata  negli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento, e poi Nathan, sindaco e massone fortemente anticlericale. Nathan, ha anche ricordato, “rappresenta un esempio brillante e importante di una schiera di ebrei che hanno trovato nella Massoneria il luogo ideale dove esprimere una nuova concezione, che fondeva insieme le idee dell’uguaglianza, della libertà, del progresso, e anche una forma di religione diversa da quella delle origini”. Oggi il mondo è cambiato molto. E anche la Chiesa è profondamente cambiata e mentre due secoli fa e anche dopo denunciava il complotto giudaico massonico,  adesso in forma anti-laica rivendica le radici giudaico cristiane dell’Europa, ha osservato il rabbino, che ha segnalato comunque, con preoccupazione,  il fatto che il tema del complotto che mette insieme ebrei e massoni venga nuovamente, come durante il fascismo, associato alla finanza e strumentalizzato in chiave populista. Gli insegnamenti del passato, ha detto, “ci impongono estrema vigilanza”. “Il cammino che possiamo fare insieme –ha concluso rivolgendosi ai liberi muratori- è un cammino non politico, ma valoriale. Abbiamo molti valori da presentare alla società, valori estremamente attuali e   che sono per entrambi motivo di giusto orgoglio.  Dobbiamo  vigilare affinché  vengano conservati e vengano promossi ed è per questo che ringrazio per l’attenzione e l’accoglienza che mi avete dedicato”.

L’incontro si è concluso con uno scambio di libri e la consegna al rabbino da parte del Gran Maestro di una medaglia del Grande Oriente.

 

 



7 commenti a “Incontro con il rabbino di Roma a Casa Nathan. Il Gran Maestro: “Dobbiamo combattere i rinascenti razzismi”. Di Segni: “Abbiamo valori comuni da difendere”

  1. Sono felicissimo per questo traguardo,un passo veramente importante in onore di questa iniziativa con il dovuto permesso dedico al ns II.:e Ven.:G.:M.: e al Rabbino capo della Comunità israelitica della capitale, Riccardo Di Segni una TRIPLICE BATTERIA DI GIUBILO…shalom ,mazzatov

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