“Da uomo libero quale sono, rispettoso del pensiero di ognuno, non ho avuto remore nel concedere la Sala Mattarella per un convegno della Massoneria, sul tema ‘Liberi di associarsi’: non essendo io un massone, non ho alcuna remora nel consentire che una rappresentanza di questa associazione si riunisca oggi a Palazzo dei Normanni“.
Sono queste le parole con cui il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha aperto i lavori del convegno organizzato dal Grande Oriente d’Italia che nei mesi scorsi, tramite il gran Maestro Stefano Bisi, nella foto, aveva protestato contro la legge approvata dall’Assemblea regionale siciliana che obbliga i deputati regionali, presidente della Regione, assessori regionali parlamentari, sindaci, assessori comunali, consiglieri comunali e consiglieri di circoscrizione a dichiarare l’eventuale appartenenza alla Massoneria.
“Sapevo bene, nel momento in cui ho concesso la sala per questo convegno – ha aggiunto Miccichè – che si sarebbero scatenate le polemiche, anche perché nei mesi scorsi l’Assemblea regionale siciliana ha approvato una legge che obbliga i deputati regionali, assessori non parlamentari e sindaci a dichiarare se si fa parte della massoneria, oppure no. Un tema controverso che, secondo me, è giusto che venga affrontato liberamente proprio in questo Palazzo dei Normanni”.
“Per alcune frange della società – ha continuato il presidente dell’Ars – è giusto che vengano fatti i nomi dei politici iscritti alle logge massoniche, mentre per il gran maestro del Grande oriente d’Italia, Stefano Bisi, la legge da noi approvata, sarebbe: ‘qualcosa di mostruoso sul piano giuridico’. Sono opinioni divergenti che da anni dilaniano l’Italia. Troppe volte si è parlato di massoneria deviata, di logge segrete; polemiche che hanno spaccato il Paese, come il sequestro degli elenchi degli iscritti alle logge massoniche della Sicilia e della Calabria, ordinato circa due anni fa dalla commissione nazionale Antimafia. D’altronde, non si possono neanche nascondere gli effetti nefasti della loggia P2 e dei misteri che ancora aleggiano sui delitti più eclatanti della storia della nostra Repubblica. Pertanto, auspico un sereno e proficuo confronto nella speranza che possano cadere antichi pregiudizi. Però, gli iscritti alla massoneria, probabilmente, hanno un problema di comunicazione: siano più trasparenti, vengano allo scoperto”.