Doppio appuntamento il 13 aprile a Firenze dedicato a Filippo Cordova, patriota, giurista, politico italiano e Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, che nato a Aidone (Enna) il 1º maggio 1811, morì nel capoluogo toscano il 16 settembre 1868.
E’ fissata per le 9 la visita al Cimitero delle Porte Sante, dove si trova il sepolcro che è appena stato restaurato. Alle 10, presso il Convento di S. Salvatore al Monte, al via invece il convegno “Filippo Cordova. Risorgimento e Buon governo”, al quale interverranno il sindaco di Firenze Dario Nardella e il sindaco di Aidone Enzo Lacchiana e come relatori: Emanuele Amodei, presidente dell’Istituto Spinelli (“Le urne dei forti. Il restauro delle Porte Sante”) ; Eugenio Giani, presidente del Consiglio Regionale della Toscana (“Filippo Cordova e Quintino Sella. Dalle leggi eversive al pareggio di Bilancio”); Giuseppe Cardillo, presidente dell’Associazione Sicilia-Firenze (“Fratelli Coltelli. Filippo Cordova e Francesco Crispi a Firenze capitale”). Concluderà il Gran Maestro Stefano Bisi. Modererà Aristide Pellegrini, presidente del Collegio Florentia del Rsi.
Scheda
Filippo Cordova (Aidone 1811- Firenze 1868)
La Primavera d’Europa, come vennero dette le rivolte che infiammarono il continente, prese il via a Palermo nel Gennaio del 1848. Ministri del governo rivoluzionario, Filippo Cordova e Francesco Crispi ricevettero quindi asilo in Piemonte, dove daranno anima al Risorgimento. Il primo sarà ispirato da Cavour e il secondo seguirà Mazzini sino a quando abiurerà le tesi repubblicane, impersonando la Destra e la Sinistra nel Parlamento della Nuova Italia. Ministro dell’Agricoltura, dell’Industria e del Commercio, e della Giustizia nei dicasteri di Ricasoli e Rattazzi, e nello stesso tempo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, lo Stato unitario avrà da Filippo Cordova i fondamenti del Paese, come l’Istituto Nazionale di Statistica, la Mappa geologica della penisola, l’unificazione dei regimi amministrativi e la tutela degli interessi legittimi, la lotta agli sprechi, la tutela del risparmio, il finanziamento delle infrastrutture necessarie ai commerci e, non ultimo, il pareggio del bilancio statale conseguito dal suo emulo Quintino Sella.Colpito da un infarto il 2 agosto del 1868 a Palazzo Vecchio, quando venne alla Camera per scongiurare la stampa incontrollata della carta moneta, riposa nel cimitero delle Porte Sante. Il suo sepolcro, proprietà del Comune di Firenze, è stato finalmente restaurato a cura dei docenti e degli allievi del benemerito Istituto Spinelli.