Mercoledì 2 ottobre 2019, l’Oriente napoletano ha festeggiato la nascita di una nuova loggia, la “Achille Ballori” (1538) di Napoli. Il progetto di una Officina recante il nome di Ballori nacque due anni fa quando in un pomeriggio di fine ottobre alcuni Fratelli, guidati dal Gran Maestro Stefano Bisi, si recarono a deporre una corona di alloro davanti a Palazzo Giustiniani, storica sede del Grande Oriente d’Italia, ove il Fratello Ballori era stato assassinato cento anni prima. Il rammarico espresso in quella occasione dal Gran Maestro per l’assenza di una loggia del Grande Oriente d’Italia intitolata all’illustre fratello fu raccolto dal Fratello Rocco Romeo che si fece da subito promotore di un progetto per dare vita alla Loggia Achille Ballori e dopo due anni, il lavoro profuso ha prodotto i suoi frutti.
Ad assistere alla cerimonia di innalzamento delle colonne, tenutasi nel Tempio Radice della casa massonica napoletana, sono intervenuti numerosi Fratelli provenienti anche da altri Orienti.
Era presente il Gran Maestro Stefano Bisi con i Gran Maestri Aggiunti Antonio Seminario e Claudio Bonvecchio, l’ex Gran Tesoriere Aggiunto Enzo Liaci, il Consigliere dell’Ordine Umberto Limongelli, i Giudici della Corte Centrale Alberto Martone e Gabriele Bava, il presidente del Collegio di Campania-Lucania Lucio D’Oriano, il vice presidente Giovanni Esposito, il presidente del Collegio della Calabria Giuseppe Messina, e tanti esponenti di spicco delle circoscrizioni calabrese e campana, nonché il maestro venerabile della Loggia Pensiero e Azione di Civitavecchia e, dall’estero, i rappresentanti delle logge Signa Hominis di Chiasso della Gran Loggia Svizzera Alpina, e Santini di Praga della Gran Loggia della Repubblica Ceca.
Tra le colonne, tantissimi i Fratelli e maestri venerabili del Collegio di Campania-Lucania, insieme ai 17 esponenti della nuova loggia.
Achille Ballori e il suo omicidio
Achille Ballori fu ucciso da un folle a colpi di pistola la sera del 31 ottobre 1917 a Palazzo Giustiniani, all’epoca sede nazionale del Grande Oriente d’Italia poi confiscata dal Fascismo. Già Gran Maestro Aggiunto, Ballori era Sovrano Gran Commendatore ed era candidato unico all’elezione a Gran Maestro come successore di Ettore Ferrari. Era personaggio noto nella capitale – fu direttore degli Ospedali Riuniti, consigliere comunale, vicesindaco e assessore nella giunta Nathan – e i giornali si occuparono molto del suo omicidio. L’assassino Lorenzo D’Ambrosio dichiarò agli inquirenti: “debbo dichiarare che non avevo ragione alcuna di speciale antipatia per il Ballori, persona di ottimo cuore e di grande onestà. La mia intenzione era di colpire la Massoneria nelle sue personalità più rappresentative: avevo idea di uccidere, oltre il povero Ballori, anche Ettore Ferrari ed Ernesto Nathan”. E ancora: “la Massoneria mi perseguitava da molti anni. Inoltre tempo fa una mia sorella che era in America mori asfissiata ed è chiaro che l’ha fatta morire la Massoneria”. Della vicenda si interessò anche il criminologo Enrico Ferri: “D’Ambrosio è evidentemente un allucinato […] la sua forma di follia mi sembra essere la paranoia o il delirio di persecuzione”. Il 29 aprile 1918, D’Ambrosio venne prosciolto perché ritenuto “totalmente infermo di mente” e rinchiuso per sempre in manicomio.
Era doveroso erigere una R.:L.: ad imperitura memoria di un Massone la cui opera iniziatica e nel mondo profano resta esemplare.