“Ricordare fino a che punto si spinse la ferocia nazifascista e rendere omaggio ai milioni di morti, alle vittime di quella immane tragedia – tra cui vanno ricordati anche 200 mila fratelli liberi muratori, che come gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali e i dissidenti politici furono perseguitati e deportati nei campi di concentramento- è un dovere morale e un imperativo categorico”. Lo ha detto il Gran Maestro Stefano Bisi sottolineando l’importanza e il valore del Giorno della memoria, dedicato alla data del 27 gennaio del 1945 quando l’Armata Rossa fece irruzione nel campo di concentramento di Auschwitz, liberando i prigionieri che vi erano rinchiusi, e svelando per la prima volta all’umanità le atrocità perpetrate dal Terzo Reich e dai suoi alleati. “Dobbiamo renderne indelebile il ricordo di quel che accadde -ha sottolineato il Gran Maestro- e trasmetterlo di generazione in generazione per impedire che tutto quell’orrore si ripeta. Un rischio che è sempre in agguato, perché il male si nutre non solo di odio, intolleranza e pregiudizio, ma anche di indifferenza, scetticismo, paura”.
“Non dobbiamo sottovalutare né minimizzare – è l’appello che ha rivolto Bisi- gli inquietanti segnali che sempre più frequentemente ci arrivano attraverso i social, i muri delle strade, gli episodi di cronaca. “Desta sgomento che in un paese come il nostro –ha osservato- una persona, una donna di 89 anni, come la senatrice Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto e alla deportazione, sia bersaglio di minacce e di sconvolgenti messaggi di odio. Destano sgomento scritte, come quella comparsa a Mondovì, a poche ore dalle celebrazioni della Shoah, sulla porta della casa di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana, deportata Ravenbruck come dissidente …che riecheggiano le parole usate dai nazisti per identificare gli ebrei”.
”Non dobbiamo mai abbassare la guardia”, ha rimarcato il Gran Maestro, ricordando che nei lager del Reich i liberi muratori, al pari degli altri detenuti politici dovevano indossare un triangolo rosso mentre la stella di Davide era riservata agli ebrei, il triangolo rosa agli omosessuali, quello viola ai testimoni di Geova…quello marrone agli zingari. Ma che oggi il simbolo che commemora universalmente quei fratelli martiri è il Non ti scordar di me, fiore che in Germania durante gli anni delle persecuzioni naziste veniva utilizzato dai liberi muratori che operavano in clandestinità come segno di riconoscimento.
Scheda
Il giorno della memoria è stato istituito dall’Italia con la legge 20 luglio 2000, composta da due articoli che definiscono le modalità e le celebrazioni per la ricorrenza. Un analogo provvedimento è stato adottato cinque anni dopo dalle Nazioni Unite il primo novembre 2005. La risoluzione 60/7 fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 durante la quale l’Assemblea generale celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell’Olocausto.