Tutto chiuso, scuola in primis (le lezioni si tengono a distanza) a causa dell’emergenza Covid 19. Così la Rai riscoprendo la sua funzione educativa ha lanciato un palinsesto ricco di programmi destinati a tutte le fasce di studenti, coinvolgendo Rai Scuola, Rai Cultura, Rai Play Bambini, Rai Play Teen…sulle orme di due pionieri della televisione didattica, che erano anche fratelli liberi muratori. Il primo maestro della nostra televisione, Alberto Manzi, protagonista dal 1960 al 1968 dell’unico programma per l’alfabetizzazione degli adulti, mai realizzato in Italia Non è mai troppo tardi. E il popolare conduttore televisivo e radiofonico Febo Conti, dai più ricordato come il presentatore della trasmissione per ragazzi ‘Chissà chi lo sa?’.Con Manzi il nostro paese completò la sua alfabetizzazione. Attraverso le sue lezioni 35 mila persone adulte impararono a leggere e a scrivere. Ma lui non fu solo il maestro che ricordiamo tutti. Al di là della sua immagine alla lavagna in bianco e nero immortalata dal piccolo schermo, Manzi, nato nel 1924 e morto nel 1997, è stato uno dei più grandi pedagogisti italiani, autore di oltre 120 titoli di libri, racconti e fiabe per ragazzi che gli hanno valso riconoscimenti in tutto il mondo. Scrittore per vocazione, negli ultimi anni della sua vita si era ritirato a vivere a Pitigliano, in provincia di Grosseto, dove fu eletto sindaco. Sognatore e idealista, sempre pronto a battersi contro le ingiustizie – il suo motto era l’altro sono io- invitava i giovani ad sempre curiosi perchè, diceva, bisogna cercare di capire “di sapere e ancora e ancora e ancora”. Un atteggiamento questo che era frutto, oltre che della sua indole, sicuramente anche della cultura massonica, dato che alcuni liberi muratori di Pitigliano lo attestano, un fratello di Viterbo lo ricorda de oculi, e che la loggia Giordano Bruno di Ferrara gli ha dedicato anche on line una bella tavola: “Alberto Manzi maestro nella vita e nella loggia”.(Fonte Maestri per la città a cura di Giovanni Greco Tipheret editore e Erasmo n. 3 Marzo 2019.
Un altro grande educatore televisivo e fratello fu Febo Conti, conduttore televisivo e radiofonico. Nato a Bresso il 25 dicembre del 1926 e passato all’Oriente Eterno il 16 dicembre 2012, venne iniziato il 23 giugno 1966 e diventò maestro l’8 giugno 1973. Fu affiliato alla loggia C. Montanari n. 746 di Verona e alla F.D.Roosevelt dello stesso Oriente. Passò successivamente alla Leonessa – Arnaldo n. 951 di Brescia e infine della Cremieux n. 761 di Sanremo.
Conti aveva cominciato la sua carriera a Radio Italia Nord, la radio dei partigiani, per poi lavorare a Radio Svizzera Italiana, dove condusse ‘Il Dante avvelenato’ e ‘La costa dei barbari’. Dopo la guerra era entrato a far parte dellla compagnia del teatro comico di Radio Milano. Approdò alla tv negli anni ‘50. Il grande successo arrivò nel 1961 con il quiz per ragazzi ‘Chissà chi lo sa?’, che andava in onda il sabato pomeriggio aperto dalla frase: “Squillino le trombe, entrino le squadre”.