Documenti relativi al 1925, scoperti dal Servizio Biblioteca nel Fondo Ferrari gettano nuova luce su Mario Cevolotto (1887 1953) avvocato, giornalista e politico, massone che risulta affiliato nel 1914 nella loggia Fraternitas di Roma e poi nel 1919 nella loggia Propaganda, tra i padri della Costituente e membro della Commissione dei 75 presieduta da Meuccio Ruini.
Amico del futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini e di Giorgio Amendola, Cevolotto fu tra i maggiori esponenti, insieme con Ivanoe Bonomi, Meuccio Ruini, Luigi Gasparotto ed Enrico Molè, del Partito Democratico del Lavoro (sorto nell’aprile 1943 e noto fino al 13 giugno 1944 come Democrazia del Lavoro, Dl), di ispirazione democratico-progressista. A lui fu affidata la segreteria politica di Democrazia del Lavoro e durante l’occupazione nazista rimase a Roma e giocò un ruolo attivo nella Giunta Militare del Comitato di Liberazione Nazionale. Il 12 dicembre 1944 fu chiamato da Ivanoe Bonomi a far parte del suo secondo governo come titolare del ministero delle Poste e Telecomunicazioni. Conservò anche la segreteria del partito. Nel giugno 1945, Cevolotto fu chiamato da Ferruccio Parri a far parte del governo – noto anche come governo della Reistenza- in qualità di ministro dell’Aeronautica. Tenne questo dicastero anche nel successivo governo De Gasperi (dicembre 1945). Nel 1946 venne eletto nell’Assemblea costituente nel gruppo di Democrazia del lavoro, dove fu proprio lui a proporre con successo l’abolizione di ogni forma di censura governativa preventiva per le pubblicazioni. Dopo il 1948 Cevolotto si allontanò dalla vita politica attiva.
Come emerge dalle carte ritrovate dalla ricercatrice e archivista del Goi Elisabetta Cicciola nel fondo Ferrari, conservate presso il Grande Oriente d’Italia e di cui il Servizio Biblioteca diretto dal Gran Maestro Onorario Bernardino Fioravanti sta ultimando l’ordinamento, nel 1925 presiedeva, in seno al Rito Scozzese Antico ed Accettato, l’Aeropago dei Grandi Eletti Cavalieri Kadosh, che, a quanto si è scoperto, era un vero e proprio “laboratorio” di studio e di elaborazione del pensiero, anche politico. La conferma in una velina dell’Ordine del Giorno approvato il 30 maggio 1925, che esorta “la Massoneria a prendere la parola contro l’attuale Governo in difesa del diritto di Associazione” e di un verbale manoscritto delle sedute, dal 7 marzo al 23 luglio 1925, con la firma autografa di Cevolotto, che offre uno spaccato sulla vita politica italiana e soprattutto sulla legge n. 2029 del 26 novembre 1925, inserita nelle cosiddette leggi fascistissime che tra il 1925 e il 1926 iniziarono la trasformazione dell’ordinamento giuridico del Regno d’Italia e che culminarono nel 1939 con la sostituzione della Camera dei Deputati con la Camera dei fasci e delle corporazioni.
Vedi Erasmo n. 6 giugno 2020