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Quarto incontro al museo del Risorgimento della rassegna ‘All’Oriente d’Italia. Unità, Massoneria e saperi tradizionali’. La manifestazione si svolge in collaborazione con il Grande Oriente d’Italia.
Quanto la Libera Muratoria italiana abbia influito nel processo unitario del nostro Paese è grande oggetto di discussione e gli storici Marco Cuzzi, dell’Università di Milano, e Anna Maria Isastia, dell’Università La Sapienza di Roma, ne discuteranno il 13 aprile (ore 18) nell’ambito del quarto incontro della rassegna “All’Oriente d’Italia, Unità, Massoneria e Saperi tradizionali”, in programma dal 28 marzo al 25 maggio al Museo del Risorgimento di Milano. Il ciclo d’incontri si svolge in collaborazione con il Grande Oriente d’Italia e il patrocinio dell’ateneo milanese, dipartimento di filosofia, presentando gli ambiti di sviluppo della materia liberomuratoria: filosofia, storia, architettura, simbologia e addirittura cinema costituiscono la trama in cui s’intrecciano fatti, uomini e idee dell’Italia moderna, rigorosamente targati “Massoneria”.
Risorgimento e Massoneria. Dalla Repubblica Romana alla “Decima Crociata” è il tema del quarto appuntamento che esaminerà l’apporto latomistico nell’Italia a cavallo dell’unità. La pubblicistica reazionaria e tradizionalista alimentò, all’indomani dell’unificazione, la leggenda del grande complotto, con il Risorgimento nazionale opera esclusiva della Massoneria. Anna Maria Isastia, studiosa di storia massonica, spiegherà l’arbitrarietà di queste posizioni, ancora in auge nella storiografia revisionista di matrice clericale e neoborbonica, per fare chiarezza sul ruolo concreto avuto dal Grande Oriente d’Italia, da singole logge e autonomi esponenti nella costruzione dell’Italia moderna. Fu un ruolo importante, in fieri a ridosso dell’unificazione, che si tradusse nella seconda metà dell’Ottocento in un vero e proprio ‘progetto massonico’, così lo definisce la storica, in cui risulta evidente l’elaborazione di un’identità condivisa per avvicinare gli italiani alla nazionalizzazione, al sentimento di appartenenza a un unico Stato, e alla conquista delle libertà democratiche. Ecco perciò la nascita di programmi pedagogici a sostegno della scuola, della formazione dei giovani, dell’istruzione per gli adulti; della creazione e diffusione dell’associazionismo laico, fino ad allora sconosciuto, con forme inedite di aggregazione a scopo ricreativo e culturale estese a tutta la popolazione. Si assiste alla mobilitazione di medici igienisti a favore della secolarizzazione dei cimiteri e della diffusione della cremazione in Italia; all’intervento per l’introduzione del divorzio. Infine, con la ‘monumentalizzazione’ del paese, parte l’impulso alla elaborazione della memoria del Risorgimento, altro dato distintivo – poco considerato – dell’impegno della Massoneria nell’Italia liberale, che ha determinato, in risposta a un’esigenza pedagogica, più che artistica, a ‘costruire’ gli italiani.
Il 20 aprile – sempre alle ore 18 – è previsto un altro incontro al Museo del Risorgimento con due accademici dell’Università di Milano, il filosofo Davide Bigalli e il sociologo Morris Ghezzi, quest’ultimo Gran Maestro Onorario e Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia, che affronteranno il tema “La Vera Luce. I principi filosofici della Massoneria speculativa”.
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