I frammenti superstiti su Pitagora (nato intorno al 570 a.C.) furono all’origine di un crescente complesso di leggende sul famoso saggio e sui suoi seguaci, la cui reputazione in tutta l’Antichità e nel Medioevo non è mai stata oggetto di uno studio sistematico. Christiane L. Joost-Gaugier nel libro “Pitagora e il suo influsso sul pensiero e sull’arte” (Arkeios editore, traduzione di Pasquale Faccia) esamina i concetti unitari di armonia, proporzione, forma e ordine attribuiti a Pitagora nel corso del millennio successivo alla sua morte, e gli importanti sviluppi da essi provocati nei campi dell’arte, dell’architettura, della matematica, dell’astronomia, della musica, della medicina, della morale, della religione, della legge, dell’alchimia e delle scienze occulte. In questo volume copiosamente illustrato, Christiane L. Joost-Gaugier descrive il panorama dell’influsso di Pitagora e di quei pensatori cristiani ed ebrei che seguirono le sue idee nel mondo greco, in quello romano, nel Cristianesimo antico e nel Medioevo. Joost-Gaugier dimostra come il Pitagorismo – centrato sul ricordo confuso di una singola persona che ha attraversato i secoli per divenire sempre più influente – abbia ispirato un nuovo linguaggio per artisti e architetti, consentendo loro di essere “moderni”.
Giusto sentire anche le voci alternative soprattutto se autorevoli come quella di Pietro Giannone. Sentiamola: “certamente che al mondo non mancarono mai impostori. e da Pitagora ne uscirono valentissimi […] e peggior male nelle seguenti età portarono al mondo i suoi settari pitagorici”