“L’esperienza della liberta’”. secondo il filosofo francese Jean-Luc Nancy

Che cos’è la libertà? Qual è il nucleo di senso di una pratica che sembra sfuggire a ogni tentativo di definizione – e che anzi, quanto piú si cerca di afferrare, tanto piú pare fuggire lontano nel passato o nel futuro? Jean-Luc Nancy che si va ormai imponendo come uno dei massimi filosofi contemporanei, nel suo saggio “L’esperienza della liberta’” (traduzione di Davide Tarizzo, edito da Einaudi) si discosta radicalmente – scrive il curatore dell’opera Roberto Esposito- dalle varie filosofie politiche o storie della libertà oggi in circolazione: la libertà non è un concetto, un’idea, un valore. Non è un diritto, una qualità o una proprietà del soggetto individuale o collettivo -come invece afferma l’intera tradizione postcristiana in termini di «libero arbitrio» o di «libera volontà», salvo poi rovesciarli nel loro contrario, in necessità. Essa è un’esperienza o una decisione d’esistenza. Contro ogni sua declinazione negativa, Nancy restituisce cosí alla libertà la sua originaria potenza affermativa. Egli resta fedele alla concezione kantiana della libertà come «fatto», ricostruita e decostruita attraverso le problematiche interpretazioni di Schelling e di Heidegger; contemporaneamente si confronta con gli altri filosofi novecenteschi della libertà – da Arendt ad Adorno, da Sartre a Bataille, pervenendo infine a ricostruire il nesso tra libertà e comunità che ne’ la tradizione liberale ne’ quella neocomunitaria sono in grado di pensare. Ma prima ancora di formulare un pensiero della libertà, Nancy dischiude uno spazio a quella libertà del pensiero che si va profilando come un’esigenza ineludibile del nostro tempo.

Jean-Luc Nancy (Bordeaux, 26 luglio 1940 è un filosofo francese, professore emerito di filosofia presso l’università di Strasburgo.Dopo aver completato gli studi di filosofia a Parigi, ottiene il suo dottorato con un lavoro su Immanuel Kant con Paul Ricœur. Nel 1968 diventa assistente all’Université Marc Bloch a Strasburgo dove successivamente detiene una cattedra. Ha insegnato anche a Berkeley, Berlino, Irvine e San Diego.

Il suo pensiero si articola su diversi piani. Dalla riflessione più strettamente politica (di particolare importanza le sue ricerche sulla comunità e le più recenti sulla decostruzione del Cristianesimo) a quella più vasta sull’arte e l’estetica (significativo in questa direzione il testo “Le Muse”). Molto interesse hanno suscitato i suoi libri autobiografici sulla condizione di trapiantato di cuore (“Corpus” e “L’intruso”). Ha collaborato con numerosi artisti, in diversi campi: Claudio Parmiggiani, Claire Denis, Mathilde Monnier, Abbas Kiarostami, Simon Hantaï. Tra i suoi saggi di maggior successo tradotti in italiano “La creazione del mondo”, “Essere singolare plurale”.



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