Il Grande Oriente d’Italia ha ricordato Giovanni Pascoli, grande poeta e libero muratore, nell’anniversario della nascita, avvenuta a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855.
E’ sua una delle piu’ celebri e belle spiegazioni di cosa significhi essere massoni. “I massoni -sosteneva Pascoli- sono quegli uomini che non anelano se non a fare del bene– ogni giorno, ogni secolo – meglio: veri uomini di cui si compone la vera umanità. Con le parole – è più con i fatti e soprattutto con l’esempio – hanno cercato sempre di disarmare i rapaci e di sollevare gli oppressi: sono nella lotta e non per la lotta: sono pacieri e non guerriglieri; non hanno altro fine che di promuovere l’umanità del genere umano” .
Parole che non lasciano dubbi sulla appartenenza del grande letterato italiano alla Libera Muratoria suffragata anche dal ritrovamento anni fa del suo “testamento massonico”. Un documento, che il Goi acquistò all’ asta da Bloomsbury a Roma nel 2007, e dal quale risulta che Pascoli venne iniziato il 22 settembre 1882 nella loggia Rizzoli di Bologna.
“Che cosa deve l’uomo alla Patria?”: fu il primo quesito che gli venne posto al momento del suo ingresso nel Grande Oriente. Un quesito al quale il poeta rispose con un parola “La vita”. Poi, a Pascoli fu chiesto: “Quali sono i doveri dell’Uomo verso l’Umanità?”. “D’amarla” dissse. Infine, la terza domanda: “Quali sono i doveri dell’Uomo verso se stesso?”. “Di rispettarsi”.
A introdurlo alla Massoneria fu il suo amico e maestro Giosuè Carducci al quale poi nel 1905 subentrò nell’insegnamento di Letteratura Italiana all’Università di Bologna. Pascoli fu vicino anche ad un altro importante libero muratore, Andrea Costa.
Figura emblematica della letteratura italiana, si spense a Bologna il 6 aprile 1912. I suoi funerali furono solamente civili, ma ebbe al seguito del suo corteo numerosi stendardi di logge massoniche ed altrettanto numerose bandiere socialiste.