A riveder le stelle…Nel segno di Dante Alighieri

“E quindi uscimmo a riveder le stelle”… E’ l’ultimo verso dell’Inferno della Divina Commedia  (Canto XXXIV, 139) di Dante Alighieri, di cui ricorre quest’anno il 700 anniversario della morte. Parole che suonano di buon auspicio per il mondo colpito in questo momento dal Covid. Le stelle…la loro visione, sono come un nuovo futuro, come una speranza per il Sommo Poeta, che non a caso con il riferimento agli astri che splendono in cielo conclude tutte e tre le sue cantiche.  Se con questo verso lascia la profonda notte, di cui ha descritto tutte le atrocità, per prepararsi a scalare la montagna della luce, il Purgatorio si conclude così: “Puro e disposto a salire le stelle”. E il Paradiso chiude con queste parole: “L’Amor che move il sole e l’altre stelle”. Un espediente strutturale, ma anche l’indicazione di percorso iniziatico.

“A riveder le stelle” è inoltre il titolo scelto da Aldo Cazzullo per omaggiare  Dante come il poeta che inventò l’Italia. “L’Italia -scrive il giornalista- ha questo di straordinario, rispetto alle altre nazioni. Non è nata dalla politica o dalla guerra. E’ nata dalla cultura e dalla bellezza. E’ nata da Dante e dai grandi scrittori venuti dopo di lui”.



2 commenti a “A riveder le stelle…Nel segno di Dante Alighieri

  1. Dante è una guida per ogni iniziato. Ha compiuto e rischiarato con la bellezza insuperabile della sua poesia il percorso tradizionale che affrontiamo in ogni momento della nostra vita: libertà va cercando ogni Libero Muratore.

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