L’idea di Guénon, in questo volume apparso nel 1925, è che Dante Alighieri sia stato membro di un ordine iniziatico e che, scrivendo la Divina Commedia, abbia voluto lasciare ai lettori della sua opera un messaggio dottrinale nascosto nei versi.
Il poema, infatti, è ricco di parallelismi massonici ed ermetici e come tale potrebbe essere letto e capito solo dagli iniziati. Le tre cantiche della Divina Commedia rappresentano quindi un percorso iniziatico: l’Inferno rappresenta il mondo profano; il Purgatorio illustra le prove iniziatiche e il Paradiso rappresenta l’illuminazione. Il numero tre compare ripetutamente nell’Opera e ha una grande importanza nel percorso iniziatico: tre sono i principi massonici (libertà, uguaglianza e fratellanza), tre le virtù teologiche (fede, speranza e carità), tre gli elementi alchemici (zolfo, mercurio e sale) necessari per creare la “Grande Opera”.
Il libro, nell’edizione recente di Tipheret, è proposto nella storica traduzione e curatela di Arturo Reghini, che fu alto esponente del Grande Oriente d’Italia ed è considerato uno dei “padri spirituali” del Rito Simbolico Italiano. Con Guénon , che lo cita in diversi suoi saggi, fu in contatto condividendone molte idee e progetti con sempre al centro la rinascita spirituale dell’Occidente. Nel 1927 dell’amico e filosofo francese tradusse anche Il Re del Mondo, di cui firmò l’introduzione, e che resta tra le opere che continuano a rimanere in testa alle classifiche dei bestseller dedicati alla spiritualità e all’esoterismo,
René-Jean-Marie-Joseph Guénon (nato a Blois il 15 novembre 1886 e morto a Il Cairo il 7 gennaio 1951) conosciuto anche come Shaykh ‘Abd al-Wahid Yahya dopo la conversione all’ islam , è stato uno scrittore, fiosofo e grande esoterista.
La sua opera consta di ventisette titoli, dieci dei quali editi dopo la morte attraverso la raccolta di scritti apparsi in precedenza sotto forma di articoli e recensioni. Prevalentemente in francese, questi lavori sono stati tradotti e costantemente ripubblicati in oltre venti lingue, esercitando una notevole influenza, a partire dalla seconda metà del Novecento.
Il pittore impressionista svedese e studioso sufi Ivan Aguelì fu il primo “rappresentante” ufficiale dell’ordine Shādhilī nell’Europa Occidentale; a lui si deve l’iniziazione al sufismo del filosofo , un’influenza riscontrabile — quella Shadhili — anche nelle numerose opere sulla tradizione e sulla modernità realizzate da Guénon.
Su Dante mi sento vicino a Francesco De Sanctis, grande letterato e massone: “Dante ha avuto sinora i suoi mille antiquari e filologi. E’ tempo che nella grande poesia si cerchi la poesia, quella sola per cui Dante è immortale”