di Pino Di Blasio
SIENA Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, noto giornalista senese, preferisce non entrare nel merito delle inchieste aperte in tante procure, da Roma a Milano, da Perugia a Brescia, sulle scorie radioattive che stanno mettendo a dura prova la credibilità della magistratura italiani, ovvero la presunta loggia massonica Ungheria e i suoi presunti iscritti eccellenti, tra cui alcuni giudici. «La loggia Ungheria è la prima risposta del Gran Maestro non esiste, non c’è tra le 870 logge iscritte al Goi. E per quanto ne so anche la comunità massonica di Piazza del Gesù ha negato la sua esistenza». Facile obiettare che lei non direbbe mai che ci sono magistrati iscritti a logge.. «Perché no? C’è il precedente illustre di un magistrato toscano che ha fatto ricorso alla Corte Europea per i diritti dell’uomo sui veti all’iscrizione alla massoneria e la Corte gli dette ragione. I nomi delle legge del Grande Oriente sono nel sito, ed è capitato che un grande giornalista abbia confuso l’ordine cronologico di anzianità con quello degli iscritti. Ha letto Arbia 138 o Montaperti 722 e ha pensato che ci fossero tanti massoni in provincia di Siena». Lei conosce Piero Amara, l’avvocato che ha scatenato la tempesta sui magistrati? «Non lo conosco, non appartiene al Grande Oriente, non so Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi, senese e giornalista neanche perché abbia fatto tutto questo. I nomi di iscritti usciti da qualche parte comprendono anche donne, per quanto potenti, che non sono nel Goi». La procura di Perugia lo Indaga per traffico di influenze illeLE FALSE LISTE SENESI «Mi ricorda quanto successe 30 anni fa con gli elenchi compilati ad arte» cite e millantato credito «Non entro nelle decisioni del magistrato che ha fatto le sue indagini e poi le ha concluse. posso solo esprimere la mia idea». L’ho chiamata per questo.. «L’idea che mi sono fatto è che la Massoneria è da sempre una salsa buona per tutte le pietanze. Quando c’è da denigrare qualcuno gli si affibbia il titolo di massone o di sospetta appartenenza alla massoneria. Qui si è arrivati a costruire una fantomatica loggia Ungheria». Più che una loggia sembrerebbe una sorta di Csm parallelo, che ha portato allo scoperto le guerre intestine tra toghe.. «Mi sembra tempo perso parlare di un’associazione che non esiste». La lista della loggia Ungheria non le ricorda l’operazione di 30 anni fa sulle false liste massoniche a Siena? «Potrebbe essere lo stesso tipo di operazione, una lista costruita a tavolino, come venne accertato dal Tribunale di Bologna, dove c’erano, accanto a nomi di massoni accertati, altri che non avevo mai visto nelle logge e che erano il bersaglio della denigrazione. E se erano massoni l’avrei saputo. Tra l’altro in quelle liste non c’era il nome dell’allora Gran Maestro aggiunto del Goi, che era senese». Politici, magistrati, docenti, LA ‘MASSOFOBIA’ «La Massoneria viene usata come salsa per rendere appetibile pietanze avvelenate» funzionari: perché questa ricorrenza delle liste che scatena faide tra pezzi di Stato? «Non conosco le dinamiche interne alla magistratura. Ripeto che anche in questo caso c’è il condimento con la salsa massonica. A me sembra pericoloso utilizzare sempre il termine loggia quando si parla di associazioni di persone che fanno qualcosa che non dovrebbero fare. Rappresenta un gravissimo danno per chi fa parte del Grande Oriente d’Italia». Qualche problema c’è come le inchieste sulle collusioni tra massoni e ‘ndrangheta.. «L’inchiesta della commissione antimafia ha stabilito che dei sei massoni citati, due erano morti, due erano stati respinti. Quando c’è un procedimento giudiziario noi sospendiamo il fratello. Il tema vero è la ‘massofobia’. L’aspetto cruciale per le indagini e le inchieste non è vedere come iniziano, ma come finiscono».