Perugia XX Giugno. Luce sul Monumento ai Caduti. Il Collegio dell’Umbria ha inaugurato il nuovo sistema di illuminazione alla presenza del Gran Maestro Stefano Bisi

Sabato 19 a Perugia, nell’ambito delle celebrazioni per l’anniversario del XX Giugno 1859 -data storica, per la città e l’Italia intera, che segnò durante il Risorgimento una tappa importante nel processo risorgimentale di unificazione nazionale e che coincise dopo la Seconda Guerra Mondiale con la liberazione nel 1944 dall’occupazione nazifascista da parte degli alleati e dei partigiani- ha avuto luogo la cerimonia di inaugurazione del nuovo impianto dii illuminazione del Monumento Caduti che il Collegio dell’Umbria del Grande Oriente ha finanziato.
All’evento insieme ai rappresentanti territoriali del Goi e all’assessore al Turismo Gabriele Giottoli, ha partecipato il Gran Maestro Stefano Bisi.


Mercoledì 16, la Massoneria e’ stata protagonista di un altro importante appuntamento cittadino, lo svelamento in via Danzetta della targa in memoria di Mario Angeloni, che fu esponente di spicco della Libera Muratoria e antifascista, caduto il 28 agosto del 1936 durante un’offensiva franchista sul monte Aragon, in Spagna, dove durante la guerra civile insieme a Carlo Rosselli, Camillo Berneri e ad altri aveva costituito la Brigata italiana.

Sulla lapide si legge: “In questa casa nacque il 15 settembre del 1896 Mario Angeloni, avvocato, repubblicano, antifascista e massone. A Perugia maturò gli alti ideali che hanno ispirato la sua vita. Democrazia, unione e fratellanza tra i popoli, giustizia sociale tra gli uomini, libertà. Medaglia d’argento al valor militare nella Grande Guerra, morto in Spagna in difesa della repubblica nel 1936. Il Comune di Perugia e la cittadinanza in ricordo posero il XX Giungo 2021”.


Storia

Quel giorno del 20 giugno del 1859, assurto a simbolo di libertà, le truppe svizzero-tedesche inviate da Pio IX repressero nel sangue la rivolta popolare contro il dominio pontificio che era culminata nella formazione di un governo provvisorio i cui componenti erano tutti massoni. Ecco i loro nomi: Francesco Guardabassi presidente; Zefferino Faina, Nicola Danzetta, Tiberio Berardi con un comitato di difesa affidato a Filippo Tantini e Antonio Cesarei; la gendarmeria affidata ad Omicidi Raffaele. Un delegato venne inviato con urgenza a Torino per chiedere aiuto direttamente a Cavour, che promise il suo appoggio ma non intervenne consentendo così al Papa di organizzare la controffensiva.Il corpo di mercenari reclutati dal papa entrarono in città da Ponte San Giovanni dirigendosi verso la zona del Frontone, facendo  breccia in poche ore nelle barricate. Perugia fu messa a ferro e a fuoco con brutale violenza. Le abitazioni furono prese una per una d’assalto dai soldati. Ventisette cittadini perugini rimasero uccisi sul terreno. Tra questi 4 donne. Alcuni caddero combattendo, altri furono barbaramente trucidati a sangue freddo, anche dentro le chiese. Anche una famiglia americana, che stava facendo il grand tour in Italia, ed era alloggiata in un albergo, fu testimone e vittima delle violenze dei mercenari e appena rientrata nel proprio Paese rese nota la notizia, che fu pubblicata dal New York Times e fece il giro del mondo. L’11 settembre del 1860 altre truppe entrarono a Perugia. Erano i piemontesi, che liberarono la città dal “giogo papalino” e ai quali avevano preparato la strada i Cacciatori del Tevere, un gruppo di volontari umbri e toscani. Due mesi dopo, un plebiscito sancì l’annessione al nascente Regno d’Italia.

Scheda

ll monumento dedicato ai caduti del XX giugno è uno dei luoghi dell’identità cittadina, a testimonianza del contributo di Perugia alla causa dell’unità nazionale. E’ stato realizzato a ricordo della resistenza della città alle truppe mercenarie mandate da papa Pio IX nel 20 giugno 1859 per reprimere la rivolta popolare.

Il monumento fu realizzato dallo scultore Giuseppe Fringuelli e fu inaugurato nel 1909, a ricorrenza del cinquantenario. E’ composto da un basamento in stile classico, con sopra una colonna corinzia e in cima un braciere ardente, a testimonianza del sacrificio dei caduti.

Nel lato del monumento rivolto a nord, sono rappresentati due ignoti popolani senza divisa, nell’atto di resistere all’ingresso delle truppe in porta San Pietro. Nel lato sud, è rappresentato il grifo di Perugia che schiaccia con un artiglio la tiara papale, a significare la fine del potere temporale dei papi; mentre, con l’altro artiglio stritola la tirannia rappresentata dall’Idra (indomabile serpente mitologico). La tiara papale fu tolta nel periodo del governo fascista successivamente al Concordato Stato-Chiesa; per essere poi ripristinata nel 1980 in occasione del restauro del monumento. Il 20 giugno del 1944, un altro evento importante segnò la storia di Perugia: le truppe angloamericane entrarono dalla stessa Porta San Costanzo, per porre fine al regime fascista.Questo luogo carico di significato è stato scelto da Aldo Capitini per la partenza della prima storica Marcia della Pace nel 1961.

( Tra le fonti il sito del Comune di Perugia e il sito del GoiUmbria)



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