Hanno imbrattato il busto di Guglielmo Miliocchi ai Giardini di Sant’Ercolano. Un gesto vile. Ingigantito dal pregiudizio razziale. In quanto hanno anche vergato una scritta che recita “scimmia ebrea”.
La segnalazione del gesto vandalico ci perviene dall’amica Caterina Martino, docente e studiosa di storia dell’arte.
L’alto profilo politico, civile e morale del personaggio è a tutti noto.
Era stata la massoneria perugina – col convinto appoggio dell’Amministrazione comunale – a volere quell’erma che ricorda un personaggio significativo: patriota, giornalista, repubblicano e mazziniano, massone convinto, uomo di altissimo rigore morale e sommo disinteresse: se è vero che morì in una cameretta disadorna e gelata in quel di Porta Sant’Angelo. Era peraltro di origini umilissime, essendo figlio di un calzolaio e di una sarta della famiglia Borgarelli del Rione di Porta Sant’Angelo.
Il poeta perugino Claudio Spinelli ne rivendicò l’alto magistero morale, con le parole “Nné l’ so, Maestro, quant’arò ’mparato / ma de ’na cosa oggi so’ siguro / che ’n tra che m’arcontavi ’l tu passato / pian’piano costruivi ’l mi futuro”.
Perugia mia, non ti riconosco più.