Il Grande Oriente d’Italia ha ricordato Domizio Torrigiani, che fu Gran Maestro dal 1919 al 1925, nell’anniversario della sua morte, avvenuta dopo una lunga malattia e lunghe sofferenze il 31 agosto del 1932.
Torrigiani guidò la Comunione in uno dei momenti più difficili della storia italiana, tra la fine della prima guerra mondiale e l’avvento del fascismo, che perseguitò la Massoneria. Molte logge del Goi vennero devastate dalle squadre in camicia nera di Benito Mussolini e nell’aprile del 1927 il Gran Maestro di ritorno dalla Francia venne arrestato e portato prima nel carcere romano di Regina Coeli e poi inviato al confino a Lipari e successivamente a Ponza, dove venne posto sotto stretta sorveglianza.
Torrigiani fu liberato nell’aprile del 1932. Era diventato quasi cieco e le sue condizioni di salute erano così precarie che pochi mesi dopo passò all’Oriente eterno. I suoi funerali ebbero luogo di notte, durante un violento temporale, ha raccontato il presidente dell’Istituto storico della Resistenza di Pistoia Barontini, e la sua bara era presidiata dalla milizia fascista. Ma questo non scoraggiò i contadini, che lo stesso si recarono a rendergli l’ultimo saluto. Torrigiani era amato e rispettato.